Terza Ondata di Mario Pagliaro, 19 settembre, 2007:

Energia e ambiente per il nuovo sviluppo

Sono tre gli assi dello sviluppo economico futuro della Sicilia del futuro: nuova agricoltura; nuovo turismo e ricerca. In ognuno di questi campi, energia e ambiente svolgono e svolgeranno un ruolo cruciale.

Nel senso che dalla loro corretta valorizzazione, dipenderà il successo o l'insuccesso dello sviluppo che ancora è possibile. Prendiamo dunque l'agricoltura nuova che servirà a contribuire allo sviluppo.
 

Messi in concorrenza sul prezzo da parte di 2 o 3 grossisti a capitale internazionale, oggi la gran parte degli agricoltori del Meridione costituiscono di fatto il nuovo proletariato europeo del 21esimo secolo; e a stento in effetti sopravvivono grazie ai sussidi pubblici erogati da Stato, Regioni ed Unione europea con la politica agricola comunitaria (PAC).

L'unica alternativa che hanno per liberarsi dal giogo di un mercato che in realtà è un triste oligopolio dominato dal suddetto cartello, è quella di valorizzare i propri prodotti distinguendoli dagli altri per la cura dell'ambiente e della salute umana. E quindi, imparare a comunicare per raggiungere le decine di milioni di consumatori europei che non vogliono più essere progressivamente intossicati dai prodotti senza sapore dell'agricoltura industriale in vendita nei supermercati.

E' tutta qua l'origine del successo dei prodotti biologici; che in Italia, certo, spesso sono falsamente dichiarati tali. Ma certo il londinese The Economist non vi avrebbe dedicato una sua preziosa copertina se il trend non iniziasse a costituire una minaccia per gli interessi commerciali che, da sempre, quel magnifico giornale sostiene e attivamente difende.

Dunque, produrre derrate agricole e allevare gli animali riscoprendo un rapporto armonico, e quindi antico, con la Natura. Rotazione delle colture; concimazione organica; considerazione dell'ambiente nella sua totalità come sorgente e fine dell'agricoltura. E siccome nessuno come gli agricoltori capisce che tutta l'energia viene dal sole, ecco un uso massivo e distribuito dell'energia solare convertita in energia elettrica (fotovoltaica) nelle nuove aziende agricole meridionali.

E così, al posto del sovrappopolamento dei centri urbani costieri abitati da una gioventù sperduta assediata dal traffico degli autoveicoli; ecco le nuove aziende agricole siciliane piene di visitatori sopresi e contenti, prima nei "finesettimana" e poi -- perché no? -- durante il resto dei giorni della settimana. A lavorare. Non è forse quello che, in nuce, accade già con il fenomeno degli "agriturismo" in tutta Italia?

Quello che più ci occorre, al solito, è una scuola dove formarli, questi nuovi imprenditori agricoli siciliani. E sarà la stessa scuola che dovrà formare gli imprenditori del nuovo turismo e della ricerca. Senza, dovremo affidarci al caso e inevitabilmente aspettare che qualcuno dei nostri giovani emigrati decida di fare ritorno in Sicilia.

Di nuovo, si vede come questo Paese abbia la necessità ineludibile di formare le proprie élites molto meglio e molto più rapidamente di come abbia fatto l'università. Vedremo nei prossimi articoli come iniziare a farlo. Come fare, cioè, a creare quella "massa critica" di giovani capaci di rifondare l'offerta meridionale e italiana sui mercati internazionali. E non più e non solo agire sulla domanda, lamentandosi perché insufficiente.

Per saperne di più

 Il corso L'impresa sostenibile. Questo articolo di Mario Pagliaro è stato pubblicato il 12 settembre 2007 da Il Quotidiano di Sicilia.


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