Newsletter di Mario Pagliaro, 19 ottobre, 2004:

Il valore, il web e la crisi del commercio

Sommario:
La crisi del commercio in Italia svela il cattivo funzionamento del libero mercato. Mentre le nuove prospettive aperte dal web aspettano ancora di essere valorizzate.

In una memorabile analisi del 1959 il filosofo Lanza del Vasto spiegava il concetto del valore attribuendo quello del commercio alla sua utilità per l'uomo.

Il commerciante sposta il bene e lo rende disponibile là dove è utile all'uomo. Il valore è ciò che utile all'uomo: è ciò che è "nel suo cuore, nei suoi desideri, nel suo giudizio".

D'altra parte, Protagora 26 secoli prima ci ha già insegnato che "l'uomo è la misura di tutte le cose".

E c'è ancora qualcosa che manca nell'analisi di Lanza per una comprensione più vasta e completa del valore.

Il valore nel commercio

Lanza comprende che l'origine del valore è "nel rapporto fra persona e persona". E ci spiega anche che esso -- il valore, ma potremmo dire anche: la Qualità -- "non è nell'oggetto; non è un prodotto; non è un oggetto".

Pochi anni dopo sarà un genio americano -- il già biochimico e docente di retorica Robert Pirsig (PDF) -- a spiegare in modo sorprendente che, appunto, il valore (la Qualità) non era soltanto nell'oggetto; e non era soltanto nel soggetto: cioè in noi uomini senzienti; misura di tutte le cose.

Ma che il dilemma andava risolto passandoci in mezzo: Da esso, dal Valore, originano (e ed esso aspirano) tutte le cose. E sommamente l'uomo. Che nella relazione con l'oggetto, in realtà percepisce innanzitutto il Valore.

E c'è un punto essenziale di questa analisi che vale la pena cogliere qui e ora: nell'Italia del 2004 in preda alla più prolungata crisi economica dal dopoguerra. E cioè: il fatto che la qualità non sia nell'oggetto significa che essa non è soltanto nell'oggetto.

Ma, certamente, essa è anche nell'oggetto che viene creato e poi usato dall'uomo.

Se, ad esempio, prendete un telefono cellulare di 5 anni fa e un Blackberry (un telefono piatto con tastiera alfanumerica con cui si leggono le email con la semplice rete Gsm), è ovvio che quest'ultimo contiene e rende disponibile all'uomo molto più valore.

E chi lo compera, infatti, spenderà 500 dollari contro i pochi dollari del primo strumento (oggetto).

Agrigento, Liceo Empedocle

Ora, se prendete invece l'esame di Stato per professori di Liceo del 1955 ad Agrigento, i candidati dovevano tradurre un pezzo dal greco al latino. E i vincitori erano del livello dei maestri di Andrea Camilleri; che infatti se ne ricorda entusiasta e commosso nel bellissimo Meridiano pubblicato in questi giorni.

Il "prodotto" -- l'oggetto di quel processo selettivo -- erano docenti di grandissimo valore.

Al maxi-concorso per docenti di lettere al liceo del 2000, invece, i pochi vincitori (il 30% dei candidati)  hanno tradotto in italiano un pezzo di latino del livello -- della qualità -- che probabilmente era dei pezzi dati agli alunni in terza media nel 1965.

Ma non basta: i vincitori del concorso, invece di prendere subito servizio, sono stati inseriti in un elenco comune con tutti coloro che un concorso -- nemmeno uno di quelli di cui parliamo -- lo hanno mai vinto!

Il "prodotto" -- l'oggetto di simili processi "selettivi" della qualità -- sono i docenti della scuola italiana degli ultimi 20 anni: che formano diplomati che poi abbandonano in massa i corsi universitari.

Dunque, la qualità è certamente anche nell'oggetto, esito del processo che lo crea e delle persone che lo conducono.

E dunque, per tornare al mercato, la qualità dei prodotti è diretta conseguenza della qualità delle persone che li creano; li producono; li distribuiscono e li vendono.

Il web e la crisi del commercio

Il mercante prende un bene, lo sposta e lo mette in vendita. "La sua onestà -- ci spiega ancora Lanza del Vasto -- sta nel rischio di perdere".

Ma questo, qualora il mercato sia effettivamente libero.

Vi basta andare sul sito della Coldiretti o aver visto di recente il Tg2 e capirete: un radicchio viene venduto dal produttore a 4 centesimi; ad acquistarlo è un mediatore -- non un mercante, ma un grossista -- che lo rivende a 96 centesimi; al mercato, infine, il radicchio costa 1,4 euro: per un gentile plusvalore economico di pura origine speculativa del 3500% (1,4/0.04).

Lo spostamento di cui parla Lanza del Vasto è di pochi km: dalla campagna di Chioggia al mercato di Rovigo, e poi al negozio. Quindi, non c'entrano nulla né "il prezzo del petrolio" né la "carenza di infrastrutture" sempre lamentate.

L'origine degli aumenti dei prezzi post-euro sta nell'avidità dei commercianti che intercettano i prodotti di industrie e contadini; i quali, avendo perso anche il 70% dei loro risparmi nel folle giro di Borsa della new economy, hanno atteso il 2002 e l'introduzione dell'euro per far pagare agli altri il prezzo delle speculazioni loro e dei loro agenti bancari.

La loro perdita -- per citare Lanza del Vasto -- è misura del loro azzardo.

Quello che i nostri agricoltori -- e in realtà tutti i produttori di beni e servizi -- devono dunque fare con urgenza è eliminare i grossisti. Cioè diventare mercanti essi stessi.

Ne avrebbero beneficio loro, noi e pure i veri mercanti come, ad esempio, Alfredo Sabatini che sul web vende lenti a contatto asferiche introvabili nei negozi del Meridione alla metà del prezzo con cui gli altri vendono senza far nulla prodotti obsoleti.

Per farlo, però, devono darsi forme organizzative nuove, acquisire nuove competenze gestionali e imparare a comunicare con le persone. E che cos'è il web, se non un nuovo luogo dove parlarsi ed incontrarsi in moltitudini?

Internet e il web sono qui per metterci in rete; rompere gli equilibri consolidati dall'informazione asimmetrica, e semplificare la vita di tutti.

Andate in rete. E vendete le vostre merci.

Siete liberi.

Per saperne di più

Robert M. Pirsg, Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta (1974); e Lila (1991). Il corso di formazione Nuova comunicazione d'impresa e il libro di Mario Pagliaro, Scenario: Qualità.


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