Giuseppe De Rita

Si conclude dopo 11 la presidenza di Giuseppe De Rita del CNEL (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro), ruolo nel quale lo straordinario sociologo cattolico non ha concesso molto alla banalità e agli esponenti di quello che lui ha ribattezzato "nuovismo".

E congedandosi ha detto: "Abbiamo bisogno di psicopompi, che non sono strani animali, ma coloro che la psicologia identifica con uno dei suoi termini poco felici come le persone capaci di infondere a tutti una forte energia psichica e creare intenzionalità".

"L’Italia è un paese che ha la sua vera ricchezza nella dimensione intermedia: è un paese del sindacato, dell’ associazionismo imprenditoriale, dell’associazionismo professionale, dei distretti industriali, della autonomie locali e funzionali".

Nato a Roma nel '32 da una famiglia di origine molisana (il padre, bancario, era nato a Venafro), si laurea a Roma in giurisprudenza a 22 anni e si sposa. Diventerà padre di 8 figli.

Dotato di una grande ascendenza e intelligenza del sociale, viene cooptato da Pasquale Saraceno ministro del Mezzogiorno fra i pianificatori pubblici dello sviluppo di una zona del Paese dove ancora negli anni '50 la fame e l'analfabetismo erano più la regola che l'eccezione.

Dal 1955 al 1963 è dunque funzionario della Svimez (Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno), di cui è responsabile della sezione sociologica dal 1958 al 1963.

De Rita e gli altri sociologi dello Svimez, però, sono troppo intraprendenti per l'egocentrico Saraceno che puntualmente li licenzia.

Lascia quindi lo Svimez e nel 1964 e fonda il Centro studi investimenti sociali (Censis) facendone rapidamente l'interprete più anticonformista e profondo della situazione sociale dell'Italia del dopo boom economico e coinvolgendo nell'esito delle sue ricerche non solo le élites ma anche il Partito cattolico italiano.

Il clamoroso tracollo del più grande partito popolare italiano e la crisi italiana esplosa nel '92 avrebbero dovuto per molti oscurarne il lavoro, e invece non hanno impedito ai molti presidenti del Consiglio da allora, al solito succedutisi nella carica, di cercarlo come ministro.

Trasforma il Censis in Fondazione riconosciuta dal presidente della Repubblica e, nominato presidente del Comitato di valutazione delle Università italiane, le fustiga rammentando che l'autonomia implicherà per le sonnacchiosa accademia italiana la capacità di competere e di attrarre i denari delle imprese, delle amministrazioni e dei privati. 

Editorialista del Corriere della Sera, i suoi articoli sono chiari, ma richiedono al lettore una nuova lettura.Rileggendoli, infatti, ci si accorge come ci sia ancora qualcosa cui non si era ancora pensato.

De Rita è curioso, e sapendo che per gli intellettuali il rischio è sempre quello di raccontare i propri desideri, partecipa attivamente alla vita sociale. Ogni anno, per dire, fa domanda di nomina a presidente di una commissione di esame di maturità e legge i temi dei ragazzi. Un anno c'è un tema che lo colpisce, e lo scrive:

"Recentemente ho fatto parte di una giuria di un concorso per l'ultimo anno di liceo. Abbiamo dato loro un tema da sviluppare. La traccia era: sviluppo della comunicazione e sviluppo della solitudine, sembrava il tema di maturità uscito quest'anno.

"La cosa che mi ha colpito di più leggendo questi scritti era la netta distinzione che si creava. Da una parte gli acculturati che cominciavano con Quasimodo: 'Ognuno sta solo sul cuore della terra....'. Una malinconia molto raffinata, forse falsa in un diciottenne.

"Dall'altra, invece, una disperazione totale: io più vedo la televisione, più sto al computer e più mi sento solo.

"Devo dire che volevo premiare, e non me l'hanno consentito, il lavoro di un ragazzino che diceva: 'Di solito mia madre sta in una stanza a guardare la telenovela , mio padre in un'altra a vedere il calcio, e io sto qui nella mia camera di fronte al computer a giocare da solo. Ma che cazzo di vita è?"

Cita Bonhoffer per l'educazione dei figli alla responsabilità, mette in guardia dal rischio alienazione legato alla telematica e in particolare al telelavoro ("sono l'unico qui al Censis a non avere un computer"), ma non è protervo e fugge l'arroganza di chi spesso sa di essere più intelligente di buona parte dei suoi simili.

Oggi, leggere almeno la sintesi del Rapporto annuale del Censis è un imperativo per chiunque voglia comprendere il proprio tempo in Italia e condurre al successo la propria organizzazione.

Alle elezioni a Presidente della Repubblica italiana del 2006, ha ottenuto 19 voti. In molti lo avremmo visto come il migliore presidente della storia della Repubblica.

Per saperne di più

I corsi di formazione manageriale del Quality Tour e il libro di Mario Pagliaro, Scenario: Qualità.


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