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Newsletter di Mario Pagliaro qui con Roberto Bonvissuto, 12 Luglio, 2012:
La fantasia, l'umanità e l'amore per la vita sono stati i tratti, così siciliani, di Ferruccio Barbera scomparso a Roma nel maggio 2005 poco più cinquantenne.
- Ferruccio, dove sei?
- Sto andando con Lorenzo a Parigi a vedere la finale. Ci vediamo quando torno.
Tornava, ma era subito trascinato nel diluvio delle cose da fare.
- Ci dobbiamo vedere.
Allora tu andavi nella sede della sua società.
- C'è da attendere.
Scendevi a cercarlo, e lo trovavi a passeggio con un'amica.
Un'altra volta, nella tv locale che ci ospitava per parlare del suo amato Palermo -- la squadra di calcio che dopo la presidenza di suo padre Renzo per 30 anni conoscerà solo la serie B e la serie C -- per caso ci capitò di ricordargli che dopotutto in una città povera fosse normale che la squadra di calcio, in uno gioco ormai dominato dal denaro, giocasse nelle serie inferiori.
Apriti cielo!... Una reprimenda su Palermo da riscoprire e rilanciare!... le potenzialità nascoste!... il grande passato!... il futuro in coppa Uefa!
In qualche modo, quella volta, avrà ragione lui. Ma si vedeva che soffriva veramente per questa arcaicità -- per usare una parola ripetuta in quegli anni da Luca Orlando -- di Palermo e della Sicilia.
Affascinato fin da ragazzo dalla comunicazione televisiva -- memorabile il programma Io vedo Cts con Marcello Mordino -- avrebbe potuto andarsene a Milano e vendere pubblicità per le reti di un allora misconosciuto Silvio Berlusconi fino all'età della pensione.
Ma non lo farà mai. E dopo le stragi dei primi anni '90, forse sconvolto anche lui dal vedere autostrade e palazzi saltare per aria, lo vedremo in televisione, ripreso a casa sua alle falde del Monte Pellegrino, impegnato in una filippica indirizzata tanto contro i cittadini siciliani che vivevano 'nell'isola più bella del mondo' sostanzialmente fregandosene; quanto contro gli imprenditori siciliani, fra i quali 'solo il 2% si fa pubblicità!'.
Nel '93 Luca diventa sindaco di Palermo e Ferruccio inizia a collaborare con la nuova amministrazione. C'è da rilanciare l'immagine di una città che ovunque nel mondo è conosciuta così: 'Palermo?... Ah, yes: the mafia!'.
Nel 1995, complice una moglie buddhista, opportuno porta a Palermo il Dalai Lama: con il Papa è il più grande spirito pacificatore dei nostri tempi. In piazza, Tenzin Gyatso regala al sindaco di Palermo una sciarpa di seta bianca simbolo tibetano della riconciliazione e del perdono (poi incautamente venduta all'asta per raccogliere soldi per il Teatro Massimo).
Ferruccio lavora anima e corpo per convincere le imprese, siciliane e non, a investire i propri soldi per la riapertura del Teatro coinvolgendo pure i suoi studenti all'Università. E a maggio, nel 1997, il Teatro riapre con Claudio Abbado che dirige i filarmonici di Berlino.
Ferruccio è tanto felice quanto furibondo con gli intellettuali italiani che -- al solito -- fanno gli snob e scrivono e dicono di tutto per sminuire un risultato che invece è storico. Insieme al Dalai Lama, Ferruccio in realtà porta a Palermo anche Richard Gere, vicino alla causa del Tibet; ed organizza per lui una festa nella ex residenza dei Florio.
Raccontando quella sera il quotidiano cittadino scrive che 'le ragazze impazzite tirano le proprie mutande all'attore americano'.
Di lì a poco l'ex capitale Palermo tornerà ad essere quel paesone costiero, la cui Pro-Loco non tarderà insediarsi ad amministrare -- e distruggere -- la città di lì a qualche anno.
Decide quindi di iniziare a lavorare un po' fuori dalla sua amata città.
Nel 2001, la 'Casa delle Libertà' trionfa alle elezioni: i siciliani vogliono, anche loro, essere tutti più ricchi, più liberi e più felici.
Andrà un po' diversamente, con la perdita di oltre 50mila abitanti in meno di 10 anni e una città riconsegnata in ginocchio nel 2012 a Luca Orlando.
- Ferruccio, dove sei? Quando torni
- A Roma. Non lo so, quando torno
Per non disperdere del tutto il gran lavoro fatto, trasferisce a Siracusa l'Estate palermitana e il Festival del Novecento inventati a Palermo: almeno lì il sindaco non ha perso del tutto il contatto con la realtà come faranno altri esponenti della 'Casa' in questione.
Ma si vede che Ferruccio è stanco. Ritrova l'entusiasmo lavorando con Fabio Granata, assessore regionale ai Beni culturali, per comunicare -- di nuovo -- un'immagine migliore della Sicilia.
Chiama Marco Betta a comporre la musica e lo spot è pronto.
C'è un ragazzo che viaggiando sfoglia un libro: 'Sicilia. Vogliamo viaggiatori, e non turisti'.
Ma si vede che Ferruccio vorrebe e potrebbe fare molto altro e molto di più.
Alla fine di un video bellissimo del 1995, Diario ironico dall'esilio di Roberto Andò, si vede lo Spasimo ancora abbandonato: più bello ancora di come lo vedremo dopo i lavori che porteranno alla riapertura.
Nei primi anni '70, animava una comitiva di ragazzi che si riuniva di fronte al cinema Tiffany.
Di quella generazione di palermitani, nata fra il 1947 e la fine degli anni '50, conserverà sempre la fantasia, la curiosità onnivora e una facilità ad entusiasmarsi pari alla facilità ad annoiarsi con il tran tran del lavoro quotidiano che ancora oggi impedisce a questa generazione di dare continuità e sistematicità alle proprie iniziative contro il sottosviluppo siciliano che -- pure -- tutti li angustia.
Ma ogni persona è individuo; e dalla sua individualità -- Ferruccio Barbera -- tutti quelli che lo hanno conosciuto, e che dal suo lavoro, dalla sua generosità e dalla sua passione hanno beneficiato, conservano qualcosa.
E da una vita finita a 53 anni ne abbiamo dei doni che restano i suoi: appunto, non riducibili.
Si inventa la campagna "Sicilia, una terra che racconta". E molto altro.
Nel '97, consulente di Luca Orlando, collabora alla riapertura
del
Teatro Massimo procurando come responsabile del marketing alcuni
miliardi dagli sponsor (i soldi recuperati dalla Giunta Orlando non
sono sufficienti, e lui fa il miracolo).
Dal 1995 al 1999, si inventa per conto di Luca una serie di "grandi
eventi" portando a Palermo tanto il
Dalai Lama che Richard Gere e una
miriade di grandi artisti insieme a Francesco Giambrone, grande manager del nuovo Teatro Massimo, puntualmente cacciato dalla
tragica amministrazione di Centrodestra.
Dal 2002 al 2003, chiuso dall'amministrazione in questione lo splendido
Festival del Novecento
e azzerata la dirigenza del
Teatro Massimo che così bene aveva fatto, Ferruccio
trasferisce il
Festival a Siracusa e lo chiama Ortigia
Festival.
Alla fine degli anni '70 con Marcello Mordino è il
protagonista
di Io vedo Cts,
trasmissione serale in onda dalle 19 e 50 alle 20 e 15
che gli dà grande popolarità.
Grande amante dell'isola di Pantelleria dove organizzava ogni anno il
13 agosto una
grande festa per la sera di San Lorenzo.
Scompare improvvisamente a 53 anni nel maggio 2005.
Formidabile serata giovedì 1 Giugno 2006 per ricordare
Ferruccio
("Ferro") Barbera ad un anno dalla scomparsa. Marcello Mordino ha
raccontato Ferruccio fra un pezzo e l'altro di quelli scritti da un
felice Marco Betta:
"Il viaggio di Ferruccio" ("Abbiamo
fatto un disco
in un pomeriggio, con Ferruccio. Lo abbiamo masterizzato, siamo usciti
a comprare le copertine di plastica. Le abbiamo stampate. Ed era
pronto!").
C'avevano un pappagallo preso in prestito , Marcello e Ferruccio. Che
si portavano in trasmissione -- la gloriosa Io vedo Cts di cui
vedete
qui un fotogramma tratto dal fantastico clip trasmesso
giovedì sera al teatro Politeama a Palermo.
Un giorno se lo portano a casa, 'sto
pappagallo. E lo mettono nel salone di casa di Ferruccio.
Dopo un po' rientra anche il fratello Giuseppe, e un gatto attraversa
il salone.
- "Unne vai, micio!"
gli grida il pappagallo!
Il buon Giuseppe corre in camera... e chiama Ferruccio.
- "Aiuto,
ragazzi, chiamate la
polizia. Ci sono i ladri!"
La serata prosegue così. Come se fossimo andati a mangiare
con
Ferruccio.
Tutti ad ascoltare 'ste storie. A sganassarci per il clip di Io vedo Cts.
Fabio Granata -- da poco bocciato dalle urne con poco più di
6mila voti
dopo anni passati a fare l'assessore regionale -- presenta una sua lettera politica fatta leggere ad
un'attrice. Con Granata e il direttore del suo assessorato, Drago -- uno dei 10
burocrati dell'indecente Regione siciliana in grado di parlare
l'italiano -- si era inventato anche lo slogan perfetto per
comunicare pure il risparmio dell'acqua: Facciamo
acqua da tutte le parti.
Gli vado incontro:
Sei stato un grande assessore. Ed infatti, non sei
stato rieletto.
Infatti... -- mi dice lui basito.
Antonello Perricone che
ci siede accanto è felice. Lui e suo
cugino Ferruccio allo stadio, a Palermo, negli anni '70 Gigi
Tripisciano li scambiava l'uno per l'altro.
Giuseppe Barbera presenta questo Premio
Ferro. Ai giovani siciliani che
sapranno unire qualcosa di buono fatto in Sicilia con la
capacità di comunicarlo.
Mi pare la cifra di Ferruccio, bravi.
Carole (Bouquet) giustamente fa osservare che dovremmo essere
più continui, nel fare meglio, in Sicilia. Che lei trova
essere
il cuore dell'Europa.
E dove dice di avere messo radici. Ma che Ferruccio le manca
perché sapeva ridere delle sue "stronzate", e la invitava a
non
prendersi troppo sul serio.
Vado da Vincino
che gli ha dedicato uno dei suoi favolosi disegni.
"Vincino, io e tuo
dobbiamo parlare. Facevi gli scioperi contro
papà che lavorava al Cantiere Navale". Lui
è sorpreso:
"No. Contro
papà no". "Va
bene, ci vediamo quando vieni a
Palermo che mi devi raccontare molte cose...".
Vado da Roberto
Andò:
- Sarei
felice se potessi farmi avere
una cassetta o un dvd con la registrazione di Diario senza data. Lo
vidi con 3 amici fraterni una sera al Teatro Biondo che non saremo
stati 20 persone, in sala.
- Si vede lo Spasimo
com'era prima della pulizia e riapertura di Emilio.
Sgarbi era presidente della commissione cultura alla Camera; e venuto a
Palermo si era arrampicato per scavalcare il muro e vederlo, 'sto
Spasimo favoloso sconosciuto persino ai palermitani".
Il giorno dopo ce ne siamo andati pure noi a scavalcare.
Ci manca, questo ragazzo favoloso. Ferruccio Barbera.
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