Gaetano
-- 40enne, sposato, due figli -- vive a Palermo in un
appartamento
in via Trabucco realizzato al tempo del “sacco di Palermo”.
A contatto con il tetto, la casa è delimitata da un “
involucro”
(le pareti, le finestre e il tetto) privo, come pressoché tutti gli
edifici siciliani ed italiani, del minimo isolamento.
Fino allo scorso giugno, il
microclima
all’interno dell’abitazione era sempre stato invivibile: una sauna di
estate, e freddo umido in inverno. Una situazione di
disagio
che in estate costringeva la famiglia a tenere sempre
accesi
i condizionatori; e in inverno a fare lo stesso con i termosifoni
alimentati dalla caldaia a gas.
Risultato: Oltre
mille metri cubi
di metano e oltre 3mila
kWh
(chilowattora) di elettricità da pagare ogni anno per un appartamento di
100 metri quadri, nella città con le tariffe dell’energia fra le più alte
in Europa (oltre 1 euro per ogni metro cubo di metano e oltre 20 centesimi
per un kWh di elettricità - che diventano 32 centesimi se avete un
contatore superiore ai 3 chilowatt).
Formazione per il cambiamento
Uno dei giovani
corsisti del Polo
Fotovoltaico della Sicilia ha quindi consigliato a Gaetano di
isolare
due pareti e il tetto.
Ma
non con il polistirolo
utilizzato con successo in Germania per difendersi dal freddo; piuttosto
con un materiale naturale, efficace nel difenderci tanto dal freddo che
dal caldo: la
fibra di legno.
Il proprietario, un tecnico, ha quindi installato da sé
83
pannelli di fibra di legno spessi 4 cm sulle pareti in questione
e sul tetto.
Tre giorni di lavoro al costo complessivo di un ciclomotore, ed ecco la
casa
risanata.