24-Apr-2018-
Si è svolto oggi all’Università di Palermo l'incontro “Servizi
eco-sistemici e pratica irrigua: economia e ecologia a confronto”
promosso dal Crea nell’ambito del programma di eventi itineranti
Biodiversity Barcamp:
un laboratorio itinerante per la diffusione della cultura della
biodiversità e l’elaborazione di nuove idee e soluzioni in vista del
Convegno nazionale sulla biodiversità la cui XII edizione si tiene dal
13 al 15 Giugno all’Università di Teramo.
La discussione ha coinvolto diversi attori del settore: ricercatori,
agricoltori, rappresentanti delle associazioni di categoria, decisori
tecnici e politici, società civile) in
tre tavoli tematici sviluppando
altrettanti e differenti punti di vista: ricerca, istituzioni e
portatori di interesse facilitati da giornalisti ed esperti del settore
(
photogallery).
Obiettivo: raccogliere idee per l’uso
sostenibile delle risorse idriche a fini irrigui, per la conservazione
della biodiversità e del capitale naturale. Originale il
metodo scelto per farlo: al tavolo tecnico facilitato da un giornalista e da un ricercatore incaricati di
sollecitare, moderare e
raccogliere le idee e le proposte sotto forma di
Post-It colorati poi aggiunti come
ideas canvas ad un tabellone.
Al tavolo "
Servizi ecosistemici e pratica irrigua: il punto di vista dei portatori di interesse" facilitato dal giornalista
Ernesto Oliva della TGR Sicilia della Rai e coordinato da
Giovanni Dara Guccione del Crea hanno partecipato
Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente,
Angelo Siragusa, di Amap,
Stefano Guccione, Ambito territoriale ottimale Enna,
Fabio Bizzini, Consorzi di bonifica della Sicilia Orientale,
Prisco Lucio Sorbo, di Coldiretti, e
Mario Pagliaro del Cnr.
«Generazione distribuita: energia ed acqua»
«
Il concetto di generazione distribuita»
, ha spiegato Pagliaro,
si
espande per ricomprendere tanto l’autoproduzione dell’energia che
dell’acqua: inclusa quella potabile. Guardate al futuro, e rivolgetevi
ai giovani. E’l’alba della nuova economia: quella solare».
Il team di Pagliaro al Cnr al tema ha dedicato un recente
studio internazionale che è
già utilizzato nei lavori parlamentari in molti Paesi del mondo per formulare nuove
proposte legislative.
«
Un'altra cosa che Italia e Sicilia devono fare subito è
quella di solarizzare subito tutti i
bacini dei Consorzi di bonifica.
«
I Consorzi italiani fecero da pionieri, dieci anni anni, nel realizzare i primi impianti fotovoltaici
galleggianti sui loro bacini: non solo verificarono che abbattevano la bolletta elettrica, ma che addirittura l'evaporazione dell'acqua si riduceva per oltre il 50% e crollava pure la formazione delle alghe che poi vanno ad intasare le pompe con gravi danni tecnici ed economici.
«
Qualche altro Consorzio ha realizzato i suoi impianti di recente, ad esempio quello della Valle del Liri, e al convegno del 2017 di Anbi si era detto che la tecnologia sarebbe stata adottata da tutti. Ma, ad oggi, la Sicilia che pure ha 41 dighe e numerosissimi bacini di raccolta non ha realizzato un solo impianto; e sono troppo pochi anche nel resto d'Italia mentre la tecnologia ci viene
copiata in tutto il mondo».
«La Sicilia deve uscire dall'emergenza»
«
La Sicilia deve uscire dall'emergenza perché così non può fare nulla -- ha detto
Prisco Lucio Sorbo, direttore di Coldiretti in Sicilia --
perché ha i Consorzi di bonifica commissariati da 25 anni. Ne ho parlato a più riprese al presidente Musumeci.
«
Abbiamo perso risorse paurose per mancanza di progettualità. Adesso ci sono altri 300 mln del piano nazionale.
«
Con Anbi»
ha concluso
«
vi daremo una mano. Abbiamo pronte ad esempio iniziative per portare a tutti gli
agricoltori i laghetti di raccolta di cui ha parlato il professore Pagliaro».
«Solarizzeremo partendo dalla 'Don Sturzo'»
«
Gestisco per conto della Regione proprietaria -- ha detto
Fabio Bizzini, direttore dei sei Consorzi di bonifica della Sicilia Orientale --
una delle più grandi dighe della
Sicilia, la 'Don Sturzo'.
«
Abbiamo delle spese energetiche enormi, e siamo oltremodo interessati alla solarizzazione
del bacino di cui ha parlato Pagliaro».
«Rivedere i Regolamenti edilizi»
«
Bisogna puntare subito al recupero delle acque piovane -- ha detto
Angelo Siragusa,
che nella società idrica del Comune di Palermo coordino le
attività di gestione degli impianti di depurazione --
«
Costa poco o nulla: bisogna solo
costruire gli accumuli sistemando le grondaie per trasformarle nei
sistemi di convogliamento delle acque piovane raccolte. Basterà
rivedere i Regolamenti edilizi dando il via ad una fase nuova di
sensibilizzazione e coinvolgimento dei cittadini».
Rassegna web
AgroNotizie:
Biodiversity Barcamp, cinque incontri per la biodiversità