qualitas1998.net News Green Innovation (Palermo, 22 aprile 2009) | | Cerca |
Moderata dal giornalista del Sole 24 Ore Nino Amadore, la giornata ha fatto parte delle iniziative varate in vista del G8 dal Sistema dei giovani imprenditori europei che a Stresa presenteranno le loro proposte ai leader del G8 in vista del meeting di luglio de L’Aquila.
La sede di Palermo di Confindustria è stata scelta, con Cagliari e Milano, con il compito di elaborare idee e progettualità nel contesto della green economy, ovvero la rivoluzione verde applicata all’economia. Ed è stata aperta dall’intevento del vicepresidente europeo dello Yes, Annibale Chiriaco.
“Dopo la crisi -- ha aggiunto Giuseppe Catanzaro, presidente dell’omonimo gruppo industriale siciliano attivo in molti Paesi in Europa e in Africa -- la mia idea è che ci sarà un lavoro diverso e forse migliore.
“Che cosa chiedereste ai leader del G8, e al presidente Obama in particolare, se doveste fare una singola richiesta?” ha chiesto l’imprenditore piemontese Davide Canavesio ai relatori del convegno Green Innovation svoltosi il 22 aprile 2009 presso la sede di Confindustria Palermo.
“Di adottare subito il Conto energia, cioè un sistema di incentivi diretti a massimizzare la produzione effettiva di energia pulita, come avviene in Germania, Spagna e Italia; e non un sistema di incentivi in conto capitale con i quali finanziare l’acquisto degli impianti”, ha risposto “Questo è il sistema che funziona: perché fa sì che le persone curino nel tempo la manutenzione degli impianti e cerchino sul mercato le soluzioni più convenienti scatenando la concorrenza fra i produttori.
"E infatti ha portato in pochi anni ad un crollo dei costo dell’energia elettrica solare”. Mario Pagliaro, responsabile del Polo fotovoltaico della Sicilia.
“D’altra parte, ha aggiunto il presidente dei Giovani Imprenditori di Palermo Marcello Cacace, “produrre energia pulita per poi buttarla via non ha senso. I nostri edifici, a partire proprio dalle nostre fabbriche, devono essere resi efficienti dal punto di vista energetico. Perché attualmente non lo sono.
"Solo così sarà possibile capitalizzare sugli investimenti realizzati e realizzare quella svolta da tutti auspicata nel segno del risanamento ambientale e del contenimento dei costi, e quindi del business”.“Noi ci occupavamo di edilizia; adesso ci occupiamo di risanamento e gestione ambientale.
"Prima avevamo degli operai; adesso tutti i nostri collaboratori sono dei tecnici di processo. Le direttive europee regolamentano i processi definendo gli obiettivi. Nel contesto di queste direttive, abbiamo realizzato discariche che non fanno male alle persone e non danneggiano l’ambiente.“Per farlo siamo andati al Politecnico di Milano.
Il professor Centola ci disse che dovevamo sottoporci allo scrutinio di una parte terza. E così siamo andati alla Fondazione 'Mario Negri'. Ci dissero subito che se avessero trovato qualcosa che non andava, ci avrebbero denunciato."Accettai. Così abbiamo iniziato; ed abbiamo scoperto che dividendo una discarica in blocchi, potevamo gestirla come un impianto manifatturiero. E poi come prevenire la contaminazione del terreno con metalli pesanti. E poi molto altro.
"Così, alla fine del III anno la Fondazione ci ha comunicato di non aver trovato fattori di rischio significativi. Stiamo redigendo il protocollo scientifico proprio in questi giorni. “Quando recentemente abbiamo presentato i risultati della sperimentazione sul campo a Venezia, a chiederci una mano sono venuti tutti, inclusi Paesi come il Pakistan e l’Iran.
"Messi sotto pressione degli obiettivi comunitari, siamo scesi da 70 a 60 Euro a tonnellata a causa della riduzione delle sacche. Adesso, quello che chiediamo sono da un lato regole condivise a livello internazionale per operare bene ovunque. E dall’altro, insistiamo sulla necessità di formare sui temi ambientali la dirigenza pubblica perché allo stato attuale è proprio questa carenza di competenze che blocca in Italia gli investimenti per il risanamento ambientale pure necessario”.
“L’innovazione dei processi produttivi e dell’offerta in senso ambientale, ha concluso Luigi Rizzolo del Gruppo Giovani Imprenditori, vuol dire creare posti di lavoro e ricchezza. E al contempo ridurre o addirittura eliminare l’impatto ambientale del nostro lavoro. Per cogliere queste grandi opportunità, però, serve che noi imprenditori possiamo accedere a momenti formativi come quelli di oggi e altri, ancora più sistematici, che siamo organizzando tanto in Sicilia che nel resto del Paese.
“Dobbiamo solo, ancora una volta, metterci in rete ed agire come un sistema. Grazie.”
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