15-Mag-2018
- E' stato installato oggi a San Cono, in Sicilia, il
primo impianto ad energia solare
per
l'essiccazione dei cladodi del ficodindia (
photogallery).
Utilizzata in numerosi
prodotti nutraceutici e integratori alimentari la polpa disidratata
delle pale dell'Opuntia ficus-indica fino ad oggi veniva ottenuta
esclusivamente in impianti di essiccamento alimentati da
combustibile.
Sono numerosi i
benefici
per la salute
delle pale di fico d’india: accanto ad una fitta componente
lignocellulosica insolubile la parte molle contiene preziose sostanze
nutritive e in particolare fibra alimentare, minerali, amminoacidi,
vitamine e polifenoli altamente bioattivi.
Soltanto a San Cono, ogni anno si accumulano 90.000 tonnellate di
cladodi freschi come residui delle potature. “
Il territorio e le
realtà locali”
dice Vincenzo Morreale di Bioinagro, la startup siciliana che coordina
il progetto
OpuntiaBiotech,
“
hanno intuito
le grandi potenzialità
legate alla valorizzazione degli scarti. Con questo impianto largamente
innovativo portiamo in Sicilia la produzione di un ingrediente
nutraceutico di grande valore".
“
Questo
impianto e il suo utilizzo
-- aggiunge Mario Pagliaro del Cnr il cui Gruppo di ricerca ha
individuato nella tecnologia del solare termico ad aria la soluzione
ecologica e a basso costo per la produzione dell’estratto
solido dei
cladodi --
dimostrano
come l'energia
solare e la bioeconomia non siano il lontano futuro della Sicilia,
quanto piuttosto il suo presente migliore”.
La tecnologia del
solare
termico ad
aria fa uso di semplici ed efficienti collettori solari
che
esposti al sole riscaldano rapidamente l’aria in essi
contenuta. Con
l’ausilio di una semplice ventola, l’aria calda e
asciutta viene spinta
all'interno dell'ambiente chiuso in cui avviene la disidratazione dei
cladodi.
Con 2500 ettari dedicati alla coltivazione del ficodindia, l'aerale di
San Cono ospita la più estesa coltivazione di Opuntia
ficus-indica in
Europa. Ad esso si aggiungono altri 1500 ettari coltivati in altre aree
sul versante sud orientale dell'Etna e nella valle del Belice. Da sola,
la produzione siciliana rappresenta il 90% della produzione europea di
Opuntia.
Una composizione unica al mondo
Nei cladodi dell'aerale di
San
Cono sono particolarmente abbondanti le sostanze
benefiche. Il 92% in peso di ogni cladodo è costituito da
acqua, il che rende questa pianta cactacea particolarmente indicata per
combattere la desertificazione dei suoli e come fonte di acqua per gli
animali da allevamento.
Ma ad interessare l'industria nutraceutica e quella alimentare che lo
usano in numerosi è il restante 8% costituito da numerose
sostanze altamente benefiche per la salute.
Un recente
studio
delle Università Cattolica di Piacenza e di Perugia ha
dimostrato come le pale del ficodindia coltivato a San Cono siano
particolarmente ricche di fibra: 3,4 grammi per chilo di prodotto
fresco, di cui il 75% costituito da fibra alimentare solubile.
La frazione insolubile è costituita da cellulosa,
emicellulosa e lignina. La fibra alimentare solubile è
essenzialmente costituita da mucillagine e pectina, ovvero due
polisaccaridi noti per la capacità di assorbire grandi
quantità di acqua formando un colloide gelatinoso con
numerosi effetti benefici che vanno dalla protezione dell'apparato
gastrointestinale alla riduzione dell'assorbimento postprandiale del
glucosio nei cibi ad elevato contenuto di zuccheri.
Infine, a rendere particolarmente benefico l'estratto dei cladodi di
Opuntia ficus-indica
è la significativa quantità di polifenoli in essi
contenuta, che nel cladodo di San Cono risulta eccezionale: 2,6 g di
polifenoli per chilo di prodotto fresco contro gli 1,7 g ritrovati nei
cladodi di Opuntia ficus-indica raccolti in Spagna.
I polifenoli naturali in questione hanno provate capacità
antiossidanti, anti-infiammatorie, antidiabetiche, neuroprotettive e
antitumorali oltre a svolgere un ruolo benefico nella prevenzione delle
patologie cardiovascolari.
A predominare nei cladodi raccolti a San cono sono le antocianine, con
1,44 mg per chilo, e gli acidi fenolici, con 1,45 mg per chilo.
In particolare, ad abbondare sono gli acidi idrossicinnamici (1,25 g
per chilo), noti composti antiossidanti presenti nell'uva o nelle pere,
e la cianidina in forma glicosidica (1,06 g per chilo), un flavonoide
presente anche nelle arance che di recente si è rivelato un
potente modulatore di un enzima (il SIRT6) implicato nei processi di
invecchiamento, di riparazione del DNA e nella riduzione della risposta
infiammatoria.
Rassegna stampa e web
La Sicilia:
Grazie
al sole il ficodindia diventa oro
LaSicilia.it:
San
Cono, un essiccatoio in "salsa siciliana" per le pale di fico d'india