Archivio delle segnalazioni di Mario Pagliaro nel 2003

Notizie nel 2003

29 Dicembre, 2003
Michele Bonfiglioli: L'impresa snella per competere oggi
Ovvero, chi dice che gli italiani non possono usare il lean-thinking? 
2 Dicembre, 2003
Le imprese in Italia si certificano ISO 9000: ma poi nessuna misura la propria qualità con il denaro. Puro nonsenso: frequenti invece i corsi della P m/a per imparare a farlo.
27 Novembre, 2003
Economy pubblica la lettera del Dr. Pagliaro sull'Istituto italiano di management (Tiff): una necessità tanto palese quanto urgente
19 Novembre, 2003
Quattro chiacchiere con Socillo, Padovan e Sottile
Mentre Italpress a Palermo festeggia felice i suoi primi 15 anni, Socillo, Sottile e Padovan dicono la loro su Internet, la Destra e la cultura, Sky Tg24, Igor Righetti, Barbiere della Sera...
 
11 Novembre, 2003
L'efficienza energetica per lo sviluppo sostenibile
Il profetico ( e illuminante) intervento di Alex Sorokin al corso di giugno: concrete e grandi opportunità di sviluppo per le nostre imprese ed amministrazioni pubbliche 
5 Novembre, 2003
Istituto italiano di management?
Francesco Giavazzi (a gennaio al Cnr di Palermo) applaude all'istituzione dell'Istituto italiano di tecnologia; e
mentre si parla di Cina, dazi e declino italiano, la Ernst&Young riunita a Milano scopre l'acqua calda: manager e imprenditori in Italia si formano da soli. Per cui il responsabile del Quality College ha una bell'idea per il Governo: l'Istituto italiano di management
28 Ottobre, 2003
Consulenza di direzione: Bluff o valore alle imprese?
Lo straordinario intervento di Giacomo Silvestri al corso di giugno del Quality College: da Palermo luce su una professione sconosciuta 
22 Ottobre, 2003
Mario Pagliaro, la Quality che viene dal Sud
Rita Bugliosi intervista il responsabile del College che spiega fra l'altro come ad ispirarlo nella creazione della sua Scuola fu il lavoro di Bob Pirsig.
15 Ottobre, 2003
La Rete, la finanza e Francesco
Ovvero, la Rivoluzione nel Paese dei concessionari 
8 e 9 Ottobre, 2003
A Carini prendono fuoco i solventi: e il Cnr lancia l'allarme
La Rai, e tutte le maggiori testate informative del Paese, rilanciano l'allarme diossina dopo l'incidente industriale dell'8 ottobre fortunatamente accaduto dove i Vigili del Fuoco del vicino aeroporto di Palermo dispongono di mezzi antincendio per il kerosene. Il Cnr non è un inutile "stipendificio", ma un'organizzazione al servizio della comunità nazionale
.
3 Ottobre, 2003
Burocratese: io sottoscritto altresì succitato (in RealAudio)
Igor Righetti mi intervista per la puntata del 3 ottobre de Il ComuniCattivo su Radio 1 per parlare di comunicazione e qualità: la comunicazione deve essere semplice e autentica, ma non banale né tanto meno didascalica. Tutto il contrario degli accademici italiani, tanto per dire, o della gran parte delle nostre imprese.
29 Settembre, 2003
Black-out, vero?
Ecco allora un'analisi indipendente di quello che è accaduto sabato notte e l'intervista al giornale radio (file audio in formato MP3) delle 13 di lunedì 29 settembre data dal Dr. Pagliaro all'Agenzia GRT.
12 Settembre, 2003
Una goccia d'acqua avvolta da un materiale fatto di nanoparticelle idrofobe - Rosaria Ciriminna e Mario Pagliaro al CNR di Palermo, settembre 2003Si lavora, ed ecco, di fianco, quello che capita a noi con l'acqua... L'Ismn a Palermo ha sviluppato numerose tecnologie chimiche innovative che intende trasferire all'industria: quella che vedete a destra è l'acqua di lavaggio di un materiale nanostrutturato idrofobo: l'acqua fa la stessa cosa che succede con la padella di teflon di nostra madre. Ma in questo caso, il materiale è chimicamente attivo e le conseguenze potrebbero essere di grande portata per tutta l'industria della chimica fine!
16 Settembre, 2003
"Parliamo, per esempio, di questa buffonata delle certificazioni ISO?"
Da un'intervista di Praxa a Mario Pagliaro
D: L'Italia ha imbccato davvero la strada del declino industriale?
Sì. E l'ha imboccata dall'inizio degli anni '90 che, come dice il mio amico Marcello de Cecco, sono stati uno dei periodi più bui della storia d'Italia dall'unificazione del 1860. Invece di consolidare l'enorme debito pubblico, abbiamo deciso di chiudere le aziende di Stato (l'IRI e tutte le sue partecipate), che come oggi appare chiaramente a tutti, erano invece imprese di standing mondiale dove si formava una nostra classe dirigente manageriale di analogo livello.
Le chiedo: dove si formano oggi i manager italiani? Chi può costruire le grandi opere che il Governo vorrebbe? E ancora: pensa che la Francia, la Germania o la stessa Olanda abbiano chiuso le loro aziende pubbliche? Buon per loro, e mal per noi, naturalmente si guardano bene dal farlo. Bisognerebbe anche dire, allora, come e perché questo sia potuto accadere, ma magari ne parliamo nel nostro Forum.
Cresce ogni giorno di più una specie di allarmismo sulla perdita di competitività della nostra industria, sulla carenza di innovazione delle imprese italiane e dei loro prodotti, sulla scarsità degli investimenti del Sistema Italia in ricerca e sviluppo. Politici e industriali lanciano allarmi ed appelli. Tu e il vostro centro di formazione e ricerca cosa avete da dire di diverso e... innovativo sulla questione?
Nulla riguardo allo stato delle cose. Moltissimo riguardo ad una sua soluzione: una vera chiamata alle armi per il cambiamento. Formiamo giovani e manager a rendere "snella" un'intera azienda, raddopiando la produttività e migliorando radicalmente la qualità dei loro prodotti, che invece di giacere in magazzino fluiscono rapidamente dagli impianti a clienti di tutto il mondo.
Gli insegniamo i nuovi modi di finanziare l'impresa, e a comunicare in modo nuovo, dentro l'azienda e al di fuori di essa: con il mondo: superando la miseria del burocratese aziendale ed utilizzando il Web per interagire (e non per specchiarsi); oppure un teatro e una telecamera per condurre periodiche catarsi aziendali creative come fa Marco Boglione con i suoi alla BasicNet a Torino.
E ancora, gli insegniamo che la sostenibilità è la nuova frontiera dello sviluppo e che raddoppiare la produttività delle risorse materiali e dell'energia eliminando i rifuti e assurdi sprechi è possibile, pratico e conveniente ed attende solo di essere fatto.
Con quale atteggiamento e con quali obiettivi avete pensato di aprire questo forum di discussione?
Con lo stesso atteggiamento che vorremmo ispirasse il nostro lavoro formativo e tutto il resto: Divertirsi, lavorare e studiare. Un posto sul Web dove noi italiani si possa discutere dello sviluppo nostro e delle nostre imprese imparando cose nuove, litigando, e magari parlare di ju-jitsu o del prossimo viaggio che sogniamo da tempo. E magari uscirne migliori. Con più qualità.
Un motivo per convincere un imprenditore o un manager del fatto che il forum online può essere uno spazio serio di discussione su temi che stanno a cuore all'impresa italiana?
Gliene do due: i soldi e la curiosità. E' interessante sapere se trasformandosi in un'impresa snella potrà abbattare i costi operativi correnti di un fattore 3 dimezzando i tempi di consegna dei suoi prodotti? Oppure, gli interessa sapere come fare a finanziarsi rivolgendosi al pubblico senza ricorrere alle banche che li stanno strozzando o alla Borsa italiana che carezza i grandi semifalliti e picchia i piccoli?
E infine: vuole leggere idee e storie scritte in uno stile vivo -- quello che ci ha insegnato il grande Céline -- sulla politica economica del Paese, su come il grande giornalista Chicco Mentana voleva che fosse comunicata la Sicilia, sulle ipocrisie del linguaggio manageriale, sullo stato ridicolo delle nostre Università e del Cnr?... Chessò, per esempio, di queste buffonate delle certificazioni ISO che gli sono costate decine di milioni producendo meno che nulla?... Venga a trovarci!
Di cosa è importante che si inizi a discutere sul forum? Che cosa possono raccontare della loro esperienza d'azienda i nostri lettori?
Tutto è importante. Tutto. E chiunque è benvenuto, in persona o protetto dal suo nickname: vorrei citare von Balthasar "il significato è maggiore di qualsiasi interpretazione". Ecco, confrontandoci sul Forum, vorrei che emergesse di più e meglio il significato delle loro esperienze rispetto a quanto succede con una lettera a un giornale. Una cosa viva, resa possibile da Internet. Prosit!
7 Settembre, 2003
Luca Orlando: Una giornata a Medellin
L'onorevole Orlando ci scrive e Il Barbiere della Sera, attento, pubblica la lettera con la storia di una sua recente giornata con il presidente della Colombia Uribe Velez.
31 Agosto, 2003
Parte Sky Tg 24 con il nostro amico Salvo Sottile 
L'occasione buona per rimediare alla qualità imbarazzante dei Tg italiani?  
26 Agosto, 2003
“Of sea urchins, volcanoes, earthquakes... and engagement  
Come Marcello Carapezza and Alberto Monroy crearono a Palermo le Scuole di geochimica e biochimica di classe mondiale. Dedicata ad Alessandro Cestelli, on-line la nuova column di Mario Pagliaro su due dei più grandi scienziati siciliani di sempre: «Mantenere viva la loro memoria servirà ai giovani studenti siciliani nel loro impegno scientifico e civile e a far rivivere nella pratica l'opera di Carapezza e Monroy».
12 Agosto, 2003
Gli errori della politica energetica
Su Repubblica Palermo del 6 agosto l'analisi di Mario Pagliaro sulla politica energetica della Sicilia cui Enel replica: «Il ricorso anche ad altri combustibili, oltre al gas è assolutamente necessario...(il gas proviene da pochi Paesi e può quindi presentare criticità nella fornitura oltre che prezzi elevati)...il mondo va in direzioni molto diverse e Paesi a maggior competitività hanno fatto le loro scelte: nucleare, carbone, e in parte orimulsion». E aggiunge il Sindaco di Termini Imerese: «Da ben quarant'anni non respiriamo altro che fumi mefitici. Siamo stanchi». La questione dello sviluppo sostenibile diventerà seria in tempo nell'Unione europea? O per intervenire aspetteremo l'avvenuta desertificazione del Continente?
13 Luglio, 2003
Nuova edizione di "Scenario: Qualità"
Pubblicata riveduta e ampliata la nuova edizione del libro di Mario Pagliaro  "Scenario: Qualità. Le idee e i metodi delle organizzazioni del XXI secolo". «Una chiamata alle armi per il cambiamento e lo sviluppo. Dai metodi formativi della Brigata 'Golani' dell'Esercito israeliano, al lavoro con la Qualità di Bob Pirsig; dall'agricoltura biodinamica, alla crisi della Fiat: per un volume dal taglio pratico scritto per aiutare gli imprenditori, i manager e i giovani italiani ad affrontare le trasformazioni epocali che stiamo vivendo». 
9 Luglio, 2003
Nuova gestione del personale in Italia? "Siamo all'anno zero"
Clamorosi i risultati dello studio dell'Università "Luigi Bocconi", presentati alla stampa a Milano. «I responsabili del personale sono in mezzo a un guado. Da una parte gestiscono eredità vecchie, dall'altra vorrebbero sviluppare pratiche nuove di gestione del personale, ma non lo fanno. O perché non ne hanno il tempo, oppure perché le organizzazioni aziendali glielo impediscono. Sono come un Giano bifronte», spiega il docente di Gestione del cambiamento organizzativo Giacomo Silvestri. Che continua: «Volevamo capire quali pratiche di gestione del personale siano utilizzate nelle imprese italiane ed esaminarne la rilevanza strategica». Lo studio ha rivelato chiaramente che le aziende più profittevoli (e che hanno aumentato il fatturato negli ultimi tre anni) sono quelle che concedono più autonomia alle direzioni del personale. Al contrario, le imprese che operano in settori più turbolenti tendono ad accentrare le decisioni. Anche in questo caso i risultati fanno emergere più di una contraddizione. Le imprese di comparti ad alto dinamismo tendono a dare più importanza ad attività come l'outplacement, il downsizing, le compensation, mentre nei settori più tranquilli sono la ricerca e selezione del personale, la mobilità, la formazione e la valutazione del potenziale a conquistare il primato di importanza. «Dovrebbe essere esattamente il contrario - commenta Silvestri, che il 2 giugno scorso è anche intervenuto al corso di formazione manageriale del Quality College del CNR - e questo significa che nelle imprese occorre un cambiamento culturale. Perché è proprio quando l'azienda va male che non si deve allentare l'attenzione sulle attività in grado di far crescere le risorse umane».
7 Luglio, 2003
Desidera migliorare la qualità e il successo della sua organizzazione? Contatti Mario Pagliaro scrivendogli a: mario.pagliaro@gmail.com. Invece che tecniche e inutili lucidi sulle ISO 9000 presentati ai suoi manager annoiati, il Dr. Pagliaro le porterà una copia del suo libro e parlerete di strategia, organizzazione e qualità. E della nuova cultura necessaria alle imprese italiane per continuare a competere nel sistema ipercompetitivo e caotico dell'economia del XXI secolo; ovvero dell'urgenza (e dei modi) di affrontare la transizione della sua organizzazione verso la sostenibilità. E di come rivoluzionare il lavoro, mettendolo a flusso ed eliminando gli sprechi di risorse, energia e tempo che portano a stress, incidenti, ritardi e costi di funzionamento inutilmente elevati; ed anche come e perché fare usare in modo efficace alla sua impresa le nuove tecnologie della comunicazione, rinnovandone la forma e i contenuti. 
2 Luglio, 2003
Blackout in Italia? "Disinformazione interessata"
Echeggiano quelle di Giulio Tremonti che recentemente sottolineava a Palermo l'inopportunità dell'applicazione del libero mercato alle aviolinee ("sono come gli skilift, le loro perdite garantiscono comunque utili al sistema"), le parole dell'esperto energetico Alex Sorokin di Interenergy e di Mario Pagliaro del Consiglio nazionale delle ricerche, che spiegano una delle concause meno note dei blackout energetici registrati in questi giorni in Italia. "A mancare – spiegano – sono le centrali capaci di generare energia di 'punta' e non tanto quelle di 'base'. E queste mancano perché sono poco convenienti economicamente, per cui – in un mercato elettrico in fase di liberalizzazione come quello italiano – gli operatori non se ne dotano: esattamente com'è avvenuto due anni fa in California". 
foto di Alex Sorokin
"L’uso crescente dei condizionatori d’aria ha fatto aumentare la 'punta' di domanda elettrica, che si verifica nelle ore calde delle giornate estive (oppure nelle ore più fredde in inverno). Le centrali usate per coprire la 'punta' nella domanda elettrica sono diverse dalle normali centrali “di base” che producono energia in tutte le ore, tutti giorni e per tutto l’anno. Le centrali nucleari, oppure le centrali a ciclo combinato (di cui si parla tanto in questi giorni) sono centrali di base poco idonee per coprire la punta. Le centrali di punta sono generalmente idroelettriche di bacino (ma al momento l’acqua nei bacini scarseggia) oppure gruppi turbogas puri (da non confondere con i cicli combinati) che utilizzano praticamente le stesse turbine che fanno volare gli aerei intercontinentali: quando il picco della domanda aumenta, entrano in funzione rapidamente e per poche ore in modo da soddisfare un bisogno straordinario come quello dettato dagli usi di massa dei condizionatori dovuto al gran caldo italiano di questi giorni".  "Ma proprio perché le centrali di punta restano fermi la maggior parte del tempo e lavorano solo poche ore l’anno – spiegano ancora Sorokin e Pagliaro – l’investimento richiesto per la loro realizzazione rende molto costosa la poca energia generata da queste centrali. Pertanto, sul mercato libero, se non sostenute da una adeguata regolamentazione, le centrali di punta non possono competere con le normali centrali di base e nessun operatore le vuole più realizzare e mantenere in servizio. E poco si discute anche delle altre opzioni che potrebbero aiutare a risolvere il problema, come la generazione distribuita, la micro-cogenerazione e trigenerazione diffusa, le turbine eoliche, oppure l’energia solare (ideale per coprire il fabbisogno del condizionamento estivo), l’efficienza energetica oppure il DSM (gestione della domanda) attraverso meccanismi tariffari, che (come nella telefonia cellulare) applicano prezzi alti durante i momenti di maggiore domanda elettrica, e forti sconti durante la notte e nelle ore di minore consumo". Progettista e consulente energetico italiano in svariati Paesi con la società Interenergy, Alex Sorokin ha concluso in questi giorni un’intesa con il Consiglio nazionale delle ricerche che a Palermo opera la Scuola di formazione manageriale nota come “Quality College del CNR”, finalizzata alla diffusione presso le imprese e le amministrazioni italiane di strategie di efficienza energetica la cui urgenza dovrebbe risultare chiara dalle centinaia di milioni di euro perduti a causa delle interruzioni nella fornitura dell’energia elettrica a imprese, amministrazioni e ospedali dei giorni passati. Per ogni informazione c’è il sito web del Quality College del CNR.
30 Giugno, 2003
copertina di Advanced Synthesis and Catalysis su cui esce a breve la scoperta dei ricercatori del CNR e dell'Universita' di Padova sulle ossidazioni interamente puliteOssidazioni a Zero-Emissioni
I ricercatori del CNR-ISMN Rosaria Ciriminna e Mario Pagliaro scoprono in collaborazione con Sandro Campestrini dell'Università di Padova come convertire gli alcoli in carbonili con l'ossigeno in anidride carbonica supercritica. E aggiungono una nuova, importante scoperta a quelle della nuova Scuola internazionale di Chimica di Palermo che ha aperto le selezioni di giovani chimici brillanti ed entusiasti. I solventi organici come il diclorometano, l'etere etilico, il benzene e il toluene sono tristemente conosciuti dalle cronache come VOC's dall'inglese volatile organic compounds: sono cioè composti altamente volatili e tutti tossici per l'uomo e l'ecosistema in generale (oltre ad essere rischiosi dal punto di vista della sicurezza perché facilmente infiammabili in presenza di ossigeno puro, come nelle reazioni di ossidazione ideali condotte, appunto, con l'ossigeno 'aerobico'). D'altra parte, praticamente tutte le reazioni industriali della cosiddetta 'chimica fine', vengono condotte proprio in tali solventi – i famigerati VOC's – mentre legislazioni ambientali sempre più stringenti in tutti i Paesi altamente industrializzati, come la Svizzera, il Regno Unito, la Germania, gli USA, i Paesi Bassi, la Scandinava e la Francia (quelli cioè dove sorgono le preziose industrie della chimica fine) impongono alle imprese costi ingenti per il recupero e lo smaltimento dei solventi, e complessi step di purificazione dei prodotti – che spesso diverranno farmaci o additivi alimentari – da tracce anche infinitesimali di tali solventi. Se di dispone di catalizzatori solidi efficienti, è invece possibile condurre una reazione in un piccolo reattore e e poi “sfiatare” i prodotti purissimi da un lato e recuperare integralmente la CO2 liberata come gas dall’altro, con ingenti vantaggi economici, tecnologici e ambientali colti per esempio dalla britannica Thomas Swan che ha aperto nello scorso luglio il primo impianto chimico al mondo dove condurre reazioni in fluidi supercritici. I ricercatori del Cnr di Palermo e dell’Università di Padova dimostrano come questo sia possibile anche per le ossidazioni degli alcoli e con l'articolo scientifico "The effects of material properties on the activity of sol-gel entrapped perruthenate under supercritical conditions" in uscita a breve su uno dei più importanti giornali di catalisi chimica del mondo (Advanced Synthesis and Catalysis) spiegano come. Una nuova linea di prodotti per la Thomas Swan & Co.?
18 Giugno, 2003
Scoperte: dagli alcoli lo Chanel n.5
I ricercatori del CNR-ISMN scoprono i nuovi materiali catalitici capaci di convertire con l'ossigeno a pressione atmosferica gli alcoli in carbonili: preziosi composti -- fra cui l'aroma del noto profumo francese -- ora accessibili con un processo semplice, sicuro e senza danni per l'ambiente. "Si tratta di materiali altamente efficaci" ha dichiarato all'edizione delle 23 del Gr1 Rai del 17 giugno la dottoressa Rosaria Ciriminna che li ha ideati, mentre l'articolo scientifico "Tailoring the catalytic performance of sol-gel encapsulated TPAP in aerobic alcohols oxidation" comparirà a breve in uno dei prossimi numeri del più importante giornale di chimica europeo (Chemistry: A European Journal):
copertina di Chemistry: esce sul piu' importante giornale di chimica europeo la scoperta dei ricercatori del Cnr di Palermo
nasce così a Palermo dopo le scoperte sulla conversione della glicerina in acido mesossalico, dei catalizzatori sol-gel per l'ossidazione degli zuccheri e degli alcoli, una nuova Scuola di Chimica di standing internazionale che apre le selezioni ai giovani chimici brillanti ed entusiasti.
17 Giugno, 2003
Cnr Palermo, è caccia aperta ai giovani chimici
Il Consiglio nazionale delle ricerche di Palermo cerca giovani brillanti per ricerche di livello internazionale presso laboratori di tutto il mondo per una formazione pratica orientata al lavoro, all’innovazione e allo sviluppo individuale e organizzativo. La ricerca riguarda giovani laureandi e dottorandi in chimica e in chimica e tecnologie farmaceutiche brillanti ed entusiasti. Scriva a Mario Pagliaro: mario.pagliaro@gmail.com
13 Giugno, 2003
"Leoluca Orlando Nobel per la Pace"
La senatrice dello Stato di New York Hillary Rodham Clinton intervistata da Gianni Riotta per il Corriere della Sera del 13 giugno candida Leoluca Orlando al Nobel per la Pace:Copertina di Fighting The Mafia and Renewing Sicilian Culture di Luca Orlando"La sua idea di cambiare Palermo, una città straordinaria, e combattere la 
mafia, cambiando la cultura delle persone è un esempio per tutti noi. Mi piacerebbe venisse candidato al Premio Nobel per la Pace". Ecco l'intervento integrale del professore Orlando al Quality College del CNR oggi al CNR.
29 Maggio, 2003
Cervelloni made in Italy: Giuseppe Savona fra i 28 più citati al mondo
Il professore di Chimica organica Giuseppe Savona dell'Università di Palermo è fra i ventotto ricercatori italiani più citati del mondo cui il settimanale l'espresso in edicola oggi dedica l'articolo "Cervelloni made in Italy": "Sono 28 i ricercatori italiani presenti nella nuova edizione della classifica stilata dall'Institute for Scientific Information (Isi), un istituto di Filadelfia che valuta periodicamente le prestazioni degli scienziati nei cinque continenti. Il censimento analizza i risultati ottenuti dai ricercatori, e coloro i cui lavori giungono a fare da punto di riferimento per i colleghi vengono inclusi nel gruppo esclusivo dei più citati: 2 mila 700 nomi. Con più di 1.600 protagonisti, gli Stati Uniti sono di gran lunga i primi nella classifica dei Paesi con più cervelli. Di fronte a quei 1.600 i 28 italiani possono sembrare una briciola, ma diventano dei veri e propri eroi se si pensa alle condizioni in cui lavorano e al fatto che davanti a noi ci sono soltanto, oltre agli Usa, Germania, Francia e Regno Unito. Il che significa che stiamo prima di Giappone, Canada, Russia... E non in discipline residuali: in lista ci sono nanotecnologi, fisici della materia, astrofisici, immunologi... La ricerca si ferma a Napoli", accusa Giuseppe Savona, chimico che lavora all'Università di Palermo sulle sostanze naturali che hanno proprietà insetticida. "Lì almeno hanno costruito centri di eccellenza del Cnr. Anche qui a Palermo ce ne sono alcuni, ma non abbiamo le attrezzature. E non abbiamo nemmeno le sovvenzioni dall'industria che invece hanno al Nord. Perché qui, semplicemente, di industrie non ce ne sono". 
23 Maggio, 2003
Pubblicato "Scenario: Qualità" 
Pubblicato a Palermo “Scenario: Qualità - Le idee e i metodi delle organizzazioni del XXI secolo”, il nuovo libro di Mario Pagliaro con la prefazione di Stefano Casini, un intervento della Medaglia Goethe Leoluca Orlando e la testimonianza di decine di imprenditori, manager, economisti, uomini politici e professionisti della consulenza italiani e stranieri. Il volume - scritto dal ricercatore chimico e formatore manageriale che ha fondato il Quality College del Consiglio nazionale delle ricerche - ha già incontrato il gradimento di imprenditori, manager, consulenti di direzione e studenti interessati al tema strategico della Qualità per lo sviluppo delle imprese e delle amministrazioni italiane. Partendo dai metodi formativi della Brigata “Golani” dell’Esercito israeliano e dal lavoro di Bob Pirsig sulla Qualità, il libro si propone come il riferimento del management italiano per la gestione d’impresa nella nuova epoca che si è aperta con la globalizzazione attraverso “un’impostazione bottom-up, molto all’americana, per l’illustrazione dei concetti: si parte dalla citazione di un caso particolare, che viene esaminato e sviluppato per poi arrivare ad una conclusione di tipo generale”. In questo modo il volume spiega perché e come la qualità sia la priorità economica per le imprese italiane e mostra come le certificazioni ISO per le imprese italiane si siano risolte quasi sempre nel costoso ottenimento di inutili pezzi di carta mentre il lean thinking, la gestione della qualità, la sostenibilità, l’innovazione e l’uso efficace delle nuove tecnologie dell’informazione sono gli strumenti con i quali i concorrenti dei Paesi industriali avanzati mettono fuori mercato un numero crescente di imprese italiane.
5 Maggio, 2003
Certificatori di (incerta) qualità
Istruttivo articolo di Alessandra Puato nell'inserto Economia del Corriere della Sera di oggi che svela lo scandalo del sistema della certificazione di qualità italiano ancora oggi -- anno 2003 -- privo di una legge che definisca compiti e responsabilità. Scrive Puato: "«Ci siamo rimasti malissimo, ho depennato da tutti i miei documenti il marchio. Adesso ci tocca ricominciare da capo». La signora B. M. è socio amministratore della ditta M. di Modena, che commercializza macchine utensili. Ha ricevuto una patente di qualità Iso 9001 dall'Iicq, l'Istituto italiano di certificazione qualità, con sede a Losanna e Torino, che fa capo ad Alessandro Felloni, cremonese, 65 anni, ex Bompiani. Cinque mesi fa la signora ha scoperto che l'Iicq non è autorizzato dall'ente che accredita le società di certificazione della qualità in Italia: il Sincert, che ha per soci 8 ministeri, più Cnr e Enel, e che, pur non essendo investito formalmente del monopolio dei controlli (non c'è una legge), è di fatto l'unico ad aver sottoscritto gli accordi Mla, di mutuo riconoscimento, con gli enti internazionali di settore (Ea, Iaf e Ilac). Diversamente dall’Iicq. Quattro mesi fa, l'azienda M. ha presentato una fornitura al Comune di Modena. Ma si è vista rifiutare il certificato Iicq, che le era costato 15 mila euro. «Ora ci stiamo informando per avere un'altra certificazione - dice B. M. -. Ci auguriamo di fare in fretta». E di avere fortuna: perché quello delle certificazioni di qualità è l'ultimo pasticcio italiano, che coinvolge enti e imprese. Gli Iso 9000, il marchio sotto il quale sono raggruppati ora tutti i certificati di qualità, sono diventati sempre più necessari alle aziende: per accedere agli appalti e per convincere i clienti. E crescono come il business, visto che un certificato costa, dice il Sincert, «dai 2.500 euro agli oltre 10 mila». Sessantaduemila sono le certificazioni Iso 9000 registrate presso il Sincert (che ha 3 milioni di euro di giro d'affari, »30% sul 2000): più delle 60 mila dell'Inghilterra, dove l'Iso è nata (non corretto: in realtà l'ISO ha sede a Ginevra e sono le vecchie norme 9000 che venivano dal BSI britannico, NdA); il triplo delle 18 mila di cinque anni fa. Ma anche le società che rilasciano i certificati si moltiplicano. Senza controllo. «Sono 47 i sistemi di certificazione di qualità riconosciuti dal Sincert, contro la trentina del '98 - dice Antonio Thione, presidente dell'organismo -. Una decina sono quelli non accreditati da noi». Legittimi, s'intende: però offrono certificati che rischiano di non essere accettati dal mercato. «Alcune società lavorano con superficialità - denuncia Ugo Salerno, amministratore delegato del Rina, che con 7.200 Iso 9000 (il doppio di due anni fa) è il più grande certificatore in Italia -. Il mercato si allarga senza regole». E Paolo Moretti, direttore generale dell'Uni (uscita dallo stesso Sincert nel 2001 per avere riscontrato, persino lì, posizioni di conflitto d’interessi), avverte: «Ci sono aziende certificate che nella facciata hanno i documenti in regola, ma di qualità non hanno nulla». L'Iicq di Felloni è il caso che ha occupato i tribunali di recente. Registrato alla Camera di Commercio di Torino con le più varie attività (anche «manutenzione di opere edili»), è accreditato dall'Alim di Milano, Associazione libere imprese italiane, del cui gruppo di certificatori è presidente lo stesso Felloni. Ha quattro nomi: anche European Institute for Quality Certificate, European Institute for Technical Quality Certificate e International Institute for Technical Quality Certificate. Espone il marchio «Golden Pass of Switzerland», con bandiera elvetica, benché il Sas, Servizio di accreditamento svizzero, gli abbia imposto di toglierlo. Si fregia dell'aquila della Confindustria, benché l'Unione industriali di Torino gli abbia chiesto di levarla. Persino il Tuv, l'ente-emblema della qualità tedesca, è giunto a segnalarlo, il 21 ottobre, al nostro ministero della Salute: «Un sedicente European Institute for Technical Quality Certificate - scrive - rilascia attestazioni di conformità citando il nostro numero di identificazione, anche su prodotti la cui circolazione senza le adeguate garanzie può costituire un pericolo per la salute». Il Sincert ha diffuso sul proprio sito un comunicato che mette in guardia dall'Iicq. Felloni - al cui carico risulta fra l'altro depositata al Tribunale di Lodi, nel luglio scorso, una querela per «truffa» e «falsità materiale», mossa da un imprenditore - ha denunciato il Sincert. Ma il giudice Domenico Bonaretti del Tribunale di Milano, il 6 marzo scorso, gli ha dato torto. «E' la prima sentenza che sancisce come il Sincert abbia lo status per accreditare le società che certifica», commenta l'avvocato Francesco Cantoni, dello studio Traverso & Associati che ha assistito il Sincert. Ora Felloni ha avviato ricorso: «Non c'è una legge - dice - che autorizzi il Sincert a ergersi come unica autorità che regola il mercato. Stabilisce regole abnormi, aprioristicamente: quante visite fare all'azienda, con quante persone, per quanti giorni. Noi quando abbiamo cominciato non eravamo nessuno, ora contiamo 4mila certificazioni. La verità è che per diventare certificatori bisogna lottare e sottrarre mercato ai giganti. Che naturalmente reagiscono».
10 Aprile, 2003
Licenziare i padroni?
"Gli uomini nuovi, i Tronchetti, gli Gnutti, i Benetton hanno fatto uso degli stessi sistemi dei vecchi", spiega Mucchetti nel suo grande libro. L'IRI è chiusa e l'Italia non sa più formare grandi manager. E il presidente della piccola industria italiana riunita oggi a Torino aggiunge: "Non troviamo le competenze manageriali adeguate". Il corso di formazione manageriale del Quality College del CNR inizia a Palermo il 2 giugno con alcuni dei più grandi relatori italiani: cogliete l'occasione, iscrivetevi e cancellate gli altri impegni.
2 Aprile, 2003
Guerra?
L'intervento di Mario Pagliaro sul dilemma della guerra per la webzine Ticonzero della Bocconi: Enrico Mattei ha qualcosa da dirci
13 Marzo, 2003
"Inquina ma e' certificato"
Radio Capital dedica la puntata del 13 marzo di Scandali al sole alla certificazione ambientale 14001 del sito Enichem di Priolo: "Noi - dice il direttore di Certiquality - non abbiamo certificato quello che le varie industrie che sono sul territorio facevano dieci o vent'anni fa, quello che noi abbiamo certificato è il sistema di gestione ambientale adesso presso le imprese". E com'era quello di adesso e a conferma dell'inefficacia dei controlli ambientali pubblici e privati lo dice l'inchiesta che ha portato all'arresto di tutti i vertici dell'impianto: "Le violazioni riscontrate nella gestione dei rifiuti speciali pericolosi generati nello stabilimento Enichem, sono talmente gravi, numerose, ripetute e sistematiche e, in non pochi casi, evidenti anche agli occhi del profano, e francamente sorprende come esse mai siano state riscontrate dagli organi pubblici di controllo".
10 Marzo, 2003
"Fiat, sconfitta annunciata"  
Eccezionale testimonianza di Mario Rosso, già responsabile del personale della divisione componenti di Fiat Auto sul Corriere della Sera. La crisi della Fiat è la tipica crisi manageriale nel gestire la Qualità da parte degli ingegneri, spiega il grande manager laureato in Filosofia co-autore con Riccardo Ruggeri della grande ristrutturazione di New Holland. Che aggiunge: «Il management Fiat, infatti, ha "mancato" completamente la grande stagione di cambiamento delle tecniche e delle culture manageriali che ha investito, stravolto e rigenerato la grande industria e tutte le migliori aziende mondiali a partire dalla prima metà degli anni '80. Quel "new management system" che - partendo dalle parole d'ordine delega-decentramento, process based company, informatizzazione estrema, ossessione per il cliente, attenzione totale alla qualità e motivazione delle risorse umane, networking, integrazione delle componenti del modello giapponese, miglioramento continuo, logistica integrata, e, specialmente, qualità - è diventato e si è consolidato come il modello di successo di tutti i competitor mondiali, attraverso interventi seri, continui e coerenti, volti a cambiare radicalmente il modo di essere, gestire e competere: un grande cambiamento anzitutto culturale, in Fiat mille volte proclamato e celebrato, ma mai realizzato».
4 Marzo, 2003
Riformare l'Università e il CNR? Sì, ma con juicio
Il dialogo fra Angelo Fanelli e Mario Pagliaro su un tema strategico per il futuro dell'Italia
21 Febbraio, 2003
Il rapporto del Censis su mafia e Mezzogiorno.
La mancata crescita del valore aggiunto delle imprese meridionali causata dalla presenza pervasiva della criminalita' organizzata e' valutabile in 7,5 miliardi di euro all'anno. La stima, per difetto, è delle Fondazioni BNC e Censis che hanno condotto una ricerca su oltre 700 imprese meridionali sotto i 250 addetti. Secondo i dati, il volume di ricchezza non prodotta rapportata al valore del PIL del Mezzogiorno ne rappresenta il 2,5%. E' questo il tasso di zavorramento mafioso annuo che ha impedito dall'81 ad oggi, che il PIL pro-capite del Mezzogiorno di raggiungesse quello del Nord.
20 Gennaio, 2003
Intervento del Dr. Pagliaro sull'Enichem di Priolo
Il Corriere della Sera di oggi pubblica l'intervento di Mario Pagliaro sullo stabilimento Enichem di Priolo i cui vertici sono stati arrestati dopo il ritrovamento di concentrazioni di mercurio in mare 20mila volte superiori al limite legale. Il risultato della ricerca sul sito del Sincert delle certificazioni ISO dello stabilimento in questione mostra come esso sia clamorosamente certificato ISO 14001.

Vai all'indice delle Ultimissime