Quattro chiacchiere con Socillo, Padovan e Sottile Mentre Italpress a Palermo festeggia felice i suoi primi 15 anni, Socillo,
Sottile e Padovan dicono la loro su Internet, la Destra e la cultura, Sky
Tg24, Igor Righetti, Barbiere della Sera...
11 Novembre, 2003
L'efficienza energetica per lo sviluppo sostenibile Il profetico ( e illuminante) intervento di Alex Sorokin al corso di giugno: concrete
e grandi opportunità di sviluppo per le
nostre imprese ed amministrazioni pubbliche
5 Novembre, 2003
Istituto
italiano di management? Francesco Giavazzi (a gennaio al Cnr di Palermo) applaude
all'istituzione dell'Istituto italiano di tecnologia; e
mentre
si parla di Cina, dazi e declino italiano, la Ernst&Young riunita a
Milano scopre l'acqua calda: manager e imprenditori in Italia si formano da
soli. Per cui il responsabile del Quality College ha una bell'idea per il
Governo: l'Istituto italiano di management
Mario
Pagliaro, la Quality che viene dal Sud Rita Bugliosi intervista il responsabile del College che spiega fra
l'altro come
ad ispirarlo nella creazione della sua Scuola fu il lavoro di Bob Pirsig.
Burocratese:
io sottoscritto altresì succitato (in RealAudio) Igor Righetti mi intervista
per la puntata del 3 ottobre de Il ComuniCattivo su Radio 1
per parlare di comunicazione e qualità: la comunicazione
deve essere semplice e autentica, ma non banale né tanto meno didascalica.
Tutto il contrario degli accademici italiani, tanto per dire, o della gran
parte delle nostre imprese.
29 Settembre, 2003
Black-out, vero?
Ecco allora
un'analisi indipendente di quello che è accaduto sabato
notte e l'intervista al giornale radio (file
audio in formato MP3) delle 13 di
lunedì 29 settembre data dal Dr. Pagliaro all'Agenzia GRT.
12 Settembre, 2003
Si lavora, ed ecco, di fianco, quello che capita a noi con l'acqua... L'Ismn a Palermo ha sviluppato numerose
tecnologie chimiche innovative che intende trasferire all'industria:
quella che vedete a destra è l'acqua di lavaggio di un materiale
nanostrutturato idrofobo: l'acqua fa la stessa cosa che succede con
la padella di teflon di nostra madre. Ma in questo caso, il
materiale è chimicamente attivo e le conseguenze potrebbero essere
di grande portata per tutta l'industria dellachimica
fine!
D: L'Italia ha imbccato davvero la strada del
declino industriale? Sì. E l'ha imboccata dall'inizio degli anni '90 che, come dice il mio
amico Marcello
de Cecco, sono stati uno dei periodi più bui della storia d'Italia
dall'unificazione del 1860. Invece di consolidare l'enorme debito pubblico,
abbiamo deciso di chiudere le aziende di Stato (l'IRI e tutte le sue
partecipate), che come oggi appare chiaramente a tutti, erano invece imprese
di standing mondiale dove si formava una nostra classe dirigente manageriale
di analogo livello.
Le chiedo: dove si formano oggi i manager italiani? Chi può costruire le
grandi opere che il Governo vorrebbe? E ancora: pensa che la Francia, la
Germania o la stessa Olanda abbiano chiuso le loro aziende pubbliche? Buon
per loro, e mal per noi, naturalmente si guardano bene dal farlo.
Bisognerebbe anche dire, allora, come e perché questo sia potuto accadere,
ma magari ne parliamo nel nostro Forum. Cresce ogni giorno di più una specie di allarmismo sulla perdita di
competitività della nostra industria, sulla carenza di innovazione delle
imprese italiane e dei loro prodotti, sulla scarsità degli investimenti del
Sistema Italia in ricerca e sviluppo. Politici e industriali lanciano
allarmi ed appelli. Tu e il vostro centro di formazione e ricerca cosa avete
da dire di diverso e... innovativo sulla questione? Nulla riguardo allo stato delle cose. Moltissimo riguardo ad una sua
soluzione: una vera chiamata alle armi per il cambiamento. Formiamo giovani
e manager a rendere "snella" un'intera azienda, raddopiando la
produttività e migliorando radicalmente la qualità dei loro prodotti, che
invece di giacere in magazzino fluiscono rapidamente dagli impianti a
clienti di tutto il mondo.
Gli insegniamo i nuovi modi di finanziare l'impresa, e a comunicare in modo
nuovo, dentro l'azienda e al di fuori di essa: con il mondo: superando la
miseria del burocratese aziendale ed utilizzando il Web per interagire (e
non per specchiarsi); oppure un teatro e una telecamera per condurre
periodiche catarsi aziendali creative come fa Marco Boglione con i suoi alla
BasicNet a Torino.
E ancora, gli insegniamo che la sostenibilità è la nuova frontiera dello
sviluppo e che raddoppiare la produttività delle risorse materiali e
dell'energia eliminando i rifuti e assurdi sprechi è possibile, pratico e
conveniente ed attende solo di essere fatto. Con quale atteggiamento e con quali obiettivi avete pensato di aprire
questo forum di discussione? Con lo stesso atteggiamento che vorremmo ispirasse il nostro lavoro
formativo e tutto il resto: Divertirsi, lavorare e studiare. Un posto sul
Web dove noi italiani si possa discutere dello sviluppo nostro e delle
nostre imprese imparando cose nuove, litigando, e magari parlare di ju-jitsu
o del prossimo viaggio che sogniamo da tempo. E magari uscirne migliori. Con
più qualità. Un motivo per convincere un imprenditore o un manager del fatto che il
forum online può essere uno spazio serio di discussione su temi che stanno
a cuore all'impresa italiana? Gliene do due: i soldi e la curiosità. E' interessante sapere se
trasformandosi in un'impresa snella potrà abbattare i costi operativi
correnti di un fattore 3 dimezzando i tempi di consegna dei suoi prodotti?
Oppure, gli interessa sapere come fare a finanziarsi rivolgendosi al
pubblico senza ricorrere alle banche che li stanno strozzando o alla Borsa
italiana che carezza i grandi semifalliti e picchia i piccoli?
E infine: vuole leggere idee e storie scritte in uno stile vivo -- quello
che ci ha insegnato il grande Céline -- sulla politica economica del Paese,
su come il grande giornalista Chicco Mentana voleva che fosse comunicata la
Sicilia, sulle ipocrisie del linguaggio manageriale, sullo stato ridicolo
delle nostre Università e del Cnr?... Chessò, per esempio, di queste
buffonate delle certificazioni ISO che gli sono costate decine di milioni
producendo meno che nulla?... Venga a trovarci! Di cosa è importante che si inizi a discutere sul forum? Che cosa
possono raccontare della loro esperienza d'azienda i nostri lettori? Tutto è importante. Tutto. E chiunque è benvenuto, in persona o
protetto dal suo nickname: vorrei citare von Balthasar "il significato
è maggiore di qualsiasi interpretazione". Ecco, confrontandoci sul
Forum, vorrei che emergesse di più e meglio il significato delle loro
esperienze rispetto a quanto succede con una lettera a un giornale. Una cosa
viva, resa possibile da Internet. Prosit!
L'onorevole Orlando ci scrive e Il Barbiere della Sera,
attento, pubblica la lettera con la storia di una sua recente giornata
con il presidente della Colombia Uribe Velez.
Come Marcello Carapezza and Alberto Monroy
crearono a Palermo le Scuole di geochimica e biochimica di classe mondiale.
Dedicata ad Alessandro Cestelli, on-line la nuova column di Mario Pagliaro
su due dei più grandi scienziati siciliani di sempre: «Mantenere viva
la loro memoria servirà ai giovani studenti siciliani nel loro impegno
scientifico e civile e a far rivivere nella pratica l'opera di Carapezza e
Monroy».
Su
Repubblica Palermo del 6 agosto l'analisi
di Mario Pagliaro sulla politica energetica della Sicilia cui Enel
replica: «Il ricorso anche ad altri
combustibili, oltre al gas è assolutamente necessario...(il gas proviene
da pochi Paesi e può quindi presentare criticità nella fornitura oltre
che prezzi elevati)...il mondo va in direzioni molto diverse e Paesi a
maggior competitività hanno fatto le loro scelte: nucleare, carbone, e in
parte orimulsion». E aggiunge il Sindaco di Termini Imerese: «Da
ben quarant'anni non respiriamo altro che fumi mefitici. Siamo stanchi».
La questione dello sviluppo sostenibile diventerà
seria in tempo nell'Unione europea? O per intervenire aspetteremo l'avvenuta
desertificazione del Continente?
13
Luglio, 2003
Nuova edizione di
"Scenario: Qualità" Pubblicata riveduta e ampliata la nuova edizione del libro di Mario Pagliaro
"Scenario: Qualità. Le idee e i metodi delle organizzazioni del XXI
secolo". «Una chiamata alle armi per il cambiamento e lo sviluppo.
Dai metodi formativi della Brigata 'Golani' dell'Esercito israeliano, al
lavoro con la Qualità di Bob Pirsig; dall'agricoltura biodinamica, alla
crisi della Fiat: per un volume dal taglio pratico scritto per aiutare gli
imprenditori, i manager e i giovani italiani ad affrontare le trasformazioni
epocali che stiamo vivendo».
Clamorosi i risultati dello studio dell'Università "Luigi
Bocconi", presentati alla stampa a Milano. «I responsabili del
personale sono in mezzo a un guado. Da una parte gestiscono eredità
vecchie, dall'altra vorrebbero sviluppare pratiche nuove di gestione del
personale, ma non lo fanno. O perché non ne hanno il tempo, oppure
perché le organizzazioni aziendali glielo impediscono. Sono come un
Giano bifronte», spiega il docente di Gestione del cambiamento
organizzativo Giacomo Silvestri. Che continua: «Volevamo capire
quali pratiche di gestione del personale siano utilizzate nelle imprese
italiane ed esaminarne la rilevanza strategica». Lo studio ha rivelato
chiaramente che le aziende più profittevoli (e che hanno aumentato il
fatturato negli ultimi tre anni) sono quelle che concedono più autonomia
alle direzioni del personale. Al contrario, le imprese che operano in
settori più turbolenti tendono ad accentrare le decisioni. Anche in questo
caso i risultati fanno emergere più di una contraddizione. Le imprese di
comparti ad alto dinamismo tendono a dare più importanza ad attività come
l'outplacement, il downsizing, le compensation, mentre nei settori più
tranquilli sono la ricerca e selezione del personale, la mobilità, la
formazione e la valutazione del potenziale a conquistare il primato di
importanza. «Dovrebbe essere esattamente il contrario - commenta
Silvestri, che il 2 giugno scorso è anche intervenuto al corso di
formazione manageriale del Quality College del CNR - e questo significa che
nelle imprese occorre un cambiamento culturale. Perché è proprio quando
l'azienda va male che non si deve allentare l'attenzione sulle attività
in grado di far crescere le risorse umane».
7 Luglio, 2003
Desidera migliorare la qualità e il successo della sua organizzazione?
Contatti Mario Pagliaro scrivendogli a:mario.pagliaro@gmail.com. Invece che tecniche e inutili lucidi sulle ISO 9000 presentati ai suoi manager annoiati, il Dr. Pagliaro le porterà
una copia del suo libro e parlerete di strategia,
organizzazione e qualità. E della nuova cultura necessaria alle imprese
italiane per continuare a competere nel sistema ipercompetitivo e
caotico dell'economia del XXI secolo; ovvero dell'urgenza (e dei modi) di
affrontare la transizione della sua organizzazione verso la sostenibilità.
E di come rivoluzionare il lavoro, mettendolo a flusso ed eliminando gli
sprechi di risorse, energia e tempo che portano a stress, incidenti, ritardi
e costi di funzionamento inutilmente elevati; ed anche come e perché
fare usare in modo efficace alla sua impresa le nuove tecnologie della
comunicazione, rinnovandone la forma e i contenuti.
2 Luglio, 2003
Blackout in Italia? "Disinformazione interessata"
Echeggiano quelle di Giulio Tremonti che recentemente sottolineava a
Palermo l'inopportunità dell'applicazione del libero mercato alle
aviolinee ("sono come gli skilift, le loro perdite garantiscono
comunque utili al sistema"), le parole dell'esperto energetico
Alex
Sorokin di Interenergy e di Mario Pagliaro
del Consiglio nazionale delle ricerche, che
spiegano una delle concause meno note dei blackout energetici registrati in
questi giorni in Italia. "A mancare – spiegano – sono le centrali capaci di generare energia
di 'punta' e non tanto quelle di 'base'. E queste mancano perché
sono poco convenienti economicamente, per cui – in un
mercato elettrico in fase di liberalizzazione come quello italiano – gli
operatori non se ne dotano: esattamente com'è avvenuto due anni fa in
California".
"L’uso crescente dei condizionatori d’aria ha fatto aumentare la
'punta' di domanda elettrica, che si verifica nelle ore
calde delle giornate estive (oppure nelle ore più fredde in inverno). Le centrali usate per coprire
la 'punta' nella domanda elettrica sono
diverse dalle normali centrali “di base” che producono energia in tutte le ore,
tutti giorni e per tutto l’anno. Le centrali nucleari, oppure le centrali a
ciclo combinato (di cui si parla tanto in questi giorni) sono centrali
di base poco idonee per coprire la punta.
Le centrali di punta sono generalmente
idroelettriche di bacino (ma al momento l’acqua nei bacini scarseggia) oppure
gruppi turbogas puri (da non confondere con i cicli combinati) che
utilizzano praticamente le stesse turbine che fanno volare gli aerei intercontinentali: quando il picco
della domanda aumenta, entrano in funzione
rapidamente e per poche ore in modo da soddisfare un bisogno straordinario come
quello dettato dagli usi di massa dei condizionatori dovuto al gran caldo
italiano di questi giorni".
"Ma proprio perché le centrali di punta restano fermi la maggior parte del
tempo e lavorano solo poche ore l’anno – spiegano ancora Sorokin e Pagliaro – l’investimento richiesto per la loro
realizzazione rende molto costosa la poca energia generata da queste centrali.
Pertanto, sul mercato libero, se non sostenute da una adeguata regolamentazione,
le centrali di punta non possono competere
con le normali centrali di base e nessun operatore le vuole più
realizzare e mantenere in servizio. E poco si discute anche delle altre opzioni
che potrebbero aiutare a risolvere il problema, come la generazione distribuita,
la micro-cogenerazione e trigenerazione diffusa, le turbine eoliche, oppure
l’energia solare (ideale per coprire il fabbisogno del condizionamento estivo),
l’efficienza energetica oppure il DSM (gestione della domanda)
attraverso meccanismi tariffari, che (come nella telefonia cellulare) applicano
prezzi alti durante i momenti di maggiore domanda elettrica, e forti sconti
durante la notte e nelle ore di minore consumo".
Progettista
e consulente energetico italiano in svariati Paesi con la società
Interenergy, Alex Sorokin ha concluso in questi giorni un’intesa con il
Consiglio nazionale delle ricerche che a Palermo opera la Scuola di
formazione manageriale nota come “Quality College del CNR”,
finalizzata alla diffusione presso le imprese e le amministrazioni
italiane di strategie di efficienza energetica la cui urgenza dovrebbe
risultare chiara dalle centinaia di milioni di euro perduti a causa delle
interruzioni nella fornitura dell’energia elettrica a imprese,
amministrazioni e ospedali dei giorni passati. Per ogni informazione c’è
il sito web del Quality
College del CNR.
30 Giugno, 2003
Ossidazioni a Zero-Emissioni
I ricercatori del CNR-ISMN Rosaria Ciriminna e Mario Pagliaro scoprono in
collaborazione con Sandro Campestrini dell'Università di Padova come convertire
gli alcoli in carbonili con l'ossigeno in anidride carbonica supercritica.
E aggiungono una nuova, importante scoperta a quelle della nuova Scuola internazionaledi Chimica di Palermo che
ha aperto
le selezioni di giovani chimici brillanti ed entusiasti. I solventi organici come il
diclorometano, l'etere etilico, il benzene e il toluene sono tristemente
conosciuti dalle cronache come VOC's dall'inglese volatile organic
compounds: sono cioè composti altamente volatili e tutti tossici
per l'uomo e l'ecosistema in generale (oltre ad essere rischiosi dal punto
di vista della sicurezza perché facilmente infiammabili in presenza di
ossigeno puro, come nelle reazioni di ossidazione ideali condotte,
appunto, con l'ossigeno 'aerobico'). D'altra parte, praticamente tutte le
reazioni industriali della cosiddetta 'chimica fine', vengono condotte
proprio in tali solventi – i famigerati VOC's – mentre legislazioni
ambientali sempre più stringenti in tutti i Paesi altamente
industrializzati, come la Svizzera, il Regno Unito, la Germania, gli USA,
i Paesi Bassi, la Scandinava e la Francia (quelli cioè dove sorgono le
preziose industrie della chimica fine) impongono alle imprese costi
ingenti per il recupero e lo smaltimento dei solventi, e complessi step di
purificazione dei prodotti – che spesso diverranno farmaci o additivi
alimentari – da tracce anche infinitesimali di tali solventi.Se di dispone di
catalizzatori solidi efficienti, è invece possibile
condurre una reazione in un piccolo reattore e e poi “sfiatare” i
prodotti purissimi da un lato e recuperare integralmente la CO2
liberata come gas dall’altro, con ingenti vantaggi economici,
tecnologici e ambientali colti per esempio dalla britannica Thomas Swan
che ha aperto nello scorso luglio il primo impianto chimico al mondo dove
condurre reazioni in fluidi supercritici. I ricercatori del Cnr di Palermo
e dell’Università di Padova dimostrano come questo sia
possibile anche per le ossidazioni degli alcoli e con
l'articolo scientifico "The effects of material properties on the activity of
sol-gel entrapped perruthenate under supercritical conditions"
in uscita a breve su uno dei più importanti giornali di catalisi chimica
del mondo (Advanced
Synthesis and Catalysis) spiegano come.
Una nuova linea di prodotti per la Thomas
Swan & Co.?
I ricercatori del CNR-ISMN scoprono i
nuovi materiali catalitici capaci di convertire con l'ossigeno a pressione
atmosferica gli alcoli in
carbonili:
preziosi composti -- fra cui l'aroma del noto profumo francese -- ora
accessibili con un processo semplice, sicuro e senza danni per l'ambiente.
"Si tratta di materiali altamente efficaci" ha dichiarato
all'edizione delle 23 del Gr1
Rai del 17 giugno la dottoressa Rosaria Ciriminna che li ha ideati,
mentre l'articolo scientifico "Tailoring the catalytic performance of sol-gel
encapsulated TPAP in aerobic alcohols oxidation" comparirà a breve in uno dei
prossimi numeri del più importante giornale di chimica europeo (Chemistry:
A European Journal):
nasce così a Palermo dopo le scoperte
sulla conversione della glicerina in acido mesossalico, dei
catalizzatori sol-gel per l'ossidazione degli zuccheri e degli alcoli, una
nuova Scuola di Chimica di standing internazionale che apre
le selezioni ai giovani chimici brillanti ed entusiasti.
Il Consiglio nazionale delle ricerche di Palermo cerca giovani
brillanti per ricerche di livello internazionale presso laboratori di
tutto il mondo per una formazione pratica orientata al lavoro,
all’innovazione e allo sviluppo individuale e organizzativo. La
ricerca riguarda giovani laureandi e dottorandi in chimica e in chimica
e tecnologie farmaceutiche brillanti ed entusiasti. Scriva a Mario
Pagliaro: mario.pagliaro@gmail.com
13 Giugno, 2003
"Leoluca Orlando Nobel per la Pace"
La senatrice dello Stato di New York Hillary
Rodham Clinton intervistata da Gianni Riotta per il Corriere della
Sera del 13 giugno candida Leoluca Orlando al Nobel per la Pace:"La
sua idea di cambiare Palermo, una città straordinaria, e combattere la
mafia, cambiando la cultura delle persone è un esempio per tutti noi. Mi
piacerebbe venisse candidato al Premio Nobel per la Pace". Ecco l'intervento
integrale del professore Orlando al Quality College del CNR oggi al
CNR.
Cervelloni made in Italy: Giuseppe Savona fra i 28 più citati al mondo
Il professore di Chimica organica Giuseppe Savona dell'Università di
Palermo è fra i ventotto ricercatori italiani più citati del mondo cui il
settimanale l'espresso in edicola
oggi dedica l'articolo "Cervelloni made in Italy": "Sono
28 i ricercatori italiani presenti nella nuova edizione della classifica
stilata dall'Institute for Scientific Information (Isi), un istituto di
Filadelfia che valuta periodicamente le prestazioni degli scienziati nei
cinque continenti. Il censimento analizza i risultati ottenuti dai
ricercatori, e coloro i cui lavori giungono a fare da punto di riferimento
per i colleghi vengono inclusi nel gruppo esclusivo dei più citati: 2 mila
700 nomi. Con più di 1.600 protagonisti, gli Stati Uniti sono di gran lunga
i primi nella classifica dei Paesi con più cervelli. Di fronte a quei 1.600
i 28 italiani possono sembrare una briciola, ma diventano dei veri e propri
eroi se si pensa alle condizioni in cui lavorano e al fatto che davanti a
noi ci sono soltanto, oltre agli Usa, Germania, Francia e Regno Unito. Il
che significa che stiamo prima di Giappone, Canada, Russia... E non in
discipline residuali: in lista ci sono nanotecnologi, fisici della materia,
astrofisici, immunologi... La ricerca si ferma a Napoli", accusa
Giuseppe Savona, chimico
che lavora all'Università di Palermo sulle sostanze naturali che hanno
proprietà insetticida. "Lì almeno hanno costruito centri di
eccellenza del Cnr. Anche qui a Palermo ce ne sono alcuni, ma non abbiamo le
attrezzature. E non abbiamo nemmeno le sovvenzioni dall'industria che invece
hanno al Nord. Perché qui, semplicemente, di industrie non ce ne
sono".
23 Maggio, 2003
Pubblicato "Scenario:
Qualità" Pubblicato a Palermo “Scenario: Qualità - Le idee e i metodi delle organizzazioni del XXI secolo”, il nuovo libro di Mario Pagliaro con la prefazione di Stefano Casini, un intervento della Medaglia Goethe Leoluca Orlando e la testimonianza di decine di imprenditori, manager, economisti, uomini politici e professionisti della consulenza italiani e stranieri. Il volume - scritto dal ricercatore chimico e formatore manageriale che ha fondato il Quality College del Consiglio nazionale delle ricerche - ha già incontrato il gradimento di imprenditori, manager, consulenti di direzione e studenti interessati al tema strategico della Qualità per lo sviluppo delle imprese e delle amministrazioni italiane.
Partendo dai metodi formativi della Brigata “Golani” dell’Esercito israeliano e dal lavoro di Bob Pirsig sulla Qualità, il libro si propone come il riferimento del management italiano per la gestione d’impresa nella nuova epoca che si è aperta con la globalizzazione attraverso “un’impostazione bottom-up, molto all’americana, per l’illustrazione dei concetti: si parte dalla citazione di un caso particolare, che viene esaminato e sviluppato per poi arrivare ad una conclusione di tipo generale”.
In questo modo il volume spiega perché e come la qualità sia la priorità economica per le imprese italiane e mostra come le certificazioni ISO per le imprese italiane si siano risolte quasi sempre nel costoso ottenimento di inutili pezzi di carta mentre il lean thinking, la gestione della qualità, la sostenibilità, l’innovazione e l’uso efficace delle nuove tecnologie dell’informazione sono gli strumenti con i quali i concorrenti dei Paesi industriali avanzati mettono fuori mercato un numero crescente di imprese italiane.
5 Maggio, 2003
Certificatori
di (incerta) qualità Istruttivo articolo di Alessandra Puato nell'inserto Economia del
Corriere della Sera di oggi che svela lo scandalo del sistema della certificazione di qualità
italiano ancora oggi -- anno 2003 -- privo di una legge che definisca
compiti e responsabilità. Scrive Puato: "«Ci siamo rimasti malissimo,
ho depennato da tutti i miei documenti il marchio. Adesso ci tocca
ricominciare da capo». La signora B. M. è socio amministratore della ditta
M. di Modena, che commercializza macchine utensili. Ha ricevuto una patente
di qualità Iso 9001 dall'Iicq, l'Istituto italiano di certificazione qualità,
con sede a Losanna e Torino, che fa capo ad Alessandro Felloni, cremonese,
65 anni, ex Bompiani. Cinque mesi fa la signora ha scoperto che l'Iicq non
è autorizzato dall'ente che accredita le società di certificazione
della qualità in Italia: il Sincert, che ha per soci 8 ministeri, più Cnr
e Enel, e che, pur non essendo investito formalmente del monopolio dei
controlli (non c'è una legge), è di fatto l'unico ad aver sottoscritto gli
accordi Mla, di mutuo riconoscimento, con gli enti internazionali di settore
(Ea, Iaf e Ilac). Diversamente dall’Iicq. Quattro mesi fa, l'azienda M. ha
presentato una fornitura al Comune di Modena. Ma si è vista rifiutare il
certificato Iicq, che le era costato 15 mila euro. «Ora ci stiamo
informando per avere un'altra certificazione - dice B. M. -. Ci auguriamo di
fare in fretta». E di avere fortuna: perché quello delle certificazioni di
qualità è l'ultimo pasticcio italiano, che coinvolge enti e imprese.
Gli Iso 9000, il marchio sotto il quale sono raggruppati ora tutti i
certificati di qualità, sono diventati sempre più necessari alle aziende:
per accedere agli appalti e per convincere i clienti. E crescono come
il business, visto che un certificato costa, dice il Sincert, «dai 2.500
euro agli oltre 10 mila». Sessantaduemila sono le certificazioni Iso 9000
registrate presso il Sincert (che ha 3 milioni di euro
di giro d'affari, »30% sul 2000): più delle 60 mila dell'Inghilterra, dove
l'Iso è nata (non corretto: in realtà l'ISO ha sede a Ginevra e sono le
vecchie norme 9000 che venivano dal BSI britannico, NdA); il triplo
delle 18 mila di cinque anni fa. Ma anche le società che rilasciano i
certificati si moltiplicano. Senza controllo. «Sono 47 i sistemi di
certificazione di qualità riconosciuti dal Sincert, contro la trentina del
'98 - dice Antonio Thione, presidente dell'organismo -. Una decina sono
quelli non accreditati da noi». Legittimi, s'intende: però offrono
certificati che rischiano di non essere accettati dal mercato. «Alcune
società lavorano con superficialità - denuncia Ugo Salerno, amministratore
delegato del Rina, che con 7.200 Iso 9000 (il doppio di due anni fa) è il
più grande certificatore in Italia -. Il mercato si allarga senza regole».
E Paolo Moretti, direttore generale dell'Uni (uscita dallo stesso Sincert
nel 2001 per avere riscontrato, persino lì, posizioni di conflitto
d’interessi), avverte: «Ci sono aziende certificate che nella facciata
hanno i documenti in regola, ma di qualità non hanno nulla». L'Iicq di
Felloni è il caso che ha occupato i tribunali di recente. Registrato alla
Camera di Commercio di Torino con le più varie attività (anche «manutenzione
di opere edili»), è accreditato dall'Alim di Milano, Associazione libere
imprese italiane, del cui gruppo di certificatori è presidente lo stesso
Felloni. Ha quattro nomi: anche European Institute for Quality Certificate,
European Institute for Technical Quality Certificate e International
Institute for Technical Quality Certificate. Espone il marchio «Golden Pass
of Switzerland», con bandiera elvetica, benché il Sas, Servizio di
accreditamento svizzero, gli abbia imposto di toglierlo. Si fregia
dell'aquila della Confindustria, benché l'Unione industriali di Torino gli
abbia chiesto di levarla. Persino il Tuv, l'ente-emblema della qualità
tedesca, è giunto a segnalarlo, il 21 ottobre, al nostro ministero della
Salute: «Un sedicente European Institute for Technical Quality Certificate
- scrive - rilascia attestazioni di conformità citando il nostro numero di
identificazione, anche su prodotti la cui circolazione senza le adeguate
garanzie può costituire un pericolo per la salute». Il Sincert ha diffuso
sul proprio sito un comunicato che mette in guardia dall'Iicq. Felloni - al
cui carico risulta fra l'altro depositata al Tribunale di Lodi, nel luglio
scorso, una querela per «truffa» e «falsità materiale», mossa da un
imprenditore - ha denunciato il Sincert. Ma il giudice Domenico Bonaretti
del Tribunale di Milano, il 6 marzo scorso, gli ha dato torto. «E' la prima
sentenza che sancisce come il Sincert abbia lo status per accreditare le
società che certifica», commenta l'avvocato Francesco Cantoni, dello
studio Traverso & Associati che ha assistito il Sincert. Ora Felloni ha
avviato ricorso: «Non c'è una legge - dice - che autorizzi il
Sincert a ergersi come unica autorità che regola il mercato. Stabilisce
regole abnormi, aprioristicamente: quante visite fare all'azienda, con
quante persone, per quanti giorni. Noi quando abbiamo cominciato non eravamo
nessuno, ora contiamo 4mila certificazioni. La verità è che per diventare
certificatori bisogna lottare e sottrarre mercato ai giganti. Che
naturalmente reagiscono».
"Gli uomini nuovi, i Tronchetti, gli Gnutti, i Benetton
hanno fatto uso degli stessi sistemi dei vecchi", spiega Mucchetti nel
suo grande libro. L'IRI è chiusa e l'Italia non sa più formare grandi
manager. E il presidente della piccola industria italiana riunita oggi a
Torino aggiunge: "Non troviamo le competenze manageriali
adeguate". Il corso di formazione manageriale del Quality College del
CNR inizia a Palermo il 2 giugno con alcuni dei più grandi relatori
italiani: cogliete l'occasione, iscrivetevi e cancellate gli altri impegni.
Radio Capital dedica la
puntata del 13 marzo di Scandali al sole alla certificazione
ambientale 14001 del sito Enichem di Priolo: "Noi - dice il direttore
di Certiquality - non abbiamo
certificato quello che le varie industrie che sono sul territorio facevano
dieci o vent'anni fa, quello che noi abbiamo certificato è il sistema di
gestione ambientale adesso presso le imprese". E com'era quello di
adesso e a conferma dell'inefficacia
dei controlli ambientali pubblici e privati lo dice l'inchiesta che ha
portato all'arresto di tutti i vertici dell'impianto: "Le violazioni
riscontrate nella gestione dei rifiuti speciali pericolosi generati nello
stabilimento Enichem, sono talmente gravi, numerose, ripetute e sistematiche
e, in non pochi casi, evidenti anche agli occhi del profano, e francamente
sorprende come esse mai siano state riscontrate dagli organi pubblici di
controllo".
Eccezionale testimonianza di Mario Rosso, già responsabile del
personale della divisione componenti di Fiat Auto sul
Corriere della Sera. La crisi
della Fiat è la tipica crisi manageriale nel gestire la Qualità da parte
degli ingegneri, spiega il grande manager laureato in Filosofia co-autore
con Riccardo Ruggeri della grande ristrutturazione di New Holland. Che
aggiunge: «Il management Fiat, infatti, ha "mancato"
completamente la grande stagione di cambiamento delle tecniche e delle
culture manageriali che ha investito, stravolto e rigenerato la grande
industria e tutte le migliori aziende mondiali a partire dalla prima metà
degli anni '80. Quel "new management system" che - partendo dalle
parole d'ordine delega-decentramento, process based company,
informatizzazione estrema, ossessione per il cliente, attenzione totale alla
qualità e motivazione delle risorse umane, networking, integrazione delle
componenti del modello giapponese, miglioramento continuo, logistica
integrata, e, specialmente, qualità - è diventato e si è
consolidato come il modello di successo di tutti i competitor mondiali,
attraverso interventi seri, continui e coerenti, volti a cambiare
radicalmente il modo di essere, gestire e competere: un grande cambiamento
anzitutto culturale, in Fiat mille volte proclamato e celebrato, ma mai
realizzato».
La mancata crescita del valore aggiunto delle imprese meridionali causata
dalla presenza pervasiva della criminalita' organizzata e' valutabile in 7,5
miliardi di euro all'anno. La stima, per difetto, è delle Fondazioni BNC e
Censis che hanno condotto una ricerca su oltre 700 imprese meridionali sotto
i 250 addetti. Secondo i dati, il volume di ricchezza non prodotta
rapportata al valore del PIL del Mezzogiorno ne rappresenta il 2,5%. E'
questo il tasso di zavorramento mafioso annuo che ha impedito dall'81 ad
oggi, che il PIL pro-capite del Mezzogiorno di raggiungesse quello del Nord.
Il Corriere della Sera di oggi pubblica l'intervento di Mario Pagliaro sullo stabilimento Enichem di Priolo i
cui vertici sono stati arrestati dopo il ritrovamento di concentrazioni
di mercurio in mare 20mila volte superiori al limite legale. Il risultato della ricerca sul sito del Sincert delle certificazioni
ISO dello stabilimento in questione mostra come esso sia clamorosamente
certificato ISO 14001.